News, post — 16 Febbraio 2021 at 11:06

Telt&Co: notizie false e verità distorte

 

Giovedì 11 febbraio l’Agenzia di stampa Ansa ha informato il pubblico che il Parlamento Europeo in data 9 febbraio di quest’anno, avrebbe recepito una proposta formulata dalla Regione Piemonte, Auvergne Rhône-Alpes e Telt, il promotore pubblico che dovrebbe costruire la Nuova Linea Ferroviaria Torino Lione, l’infrastruttura più contestata d’Europa.

Dalla lettura della notizia si apprende che la proposta di Telt & C. al Parlamento Europeo avrebbe avuto ad oggetto la costituzione formale di un unico cantiere europeo, raggruppando, in tal modo, i due cantieri attualmente esistenti in Italia e Francia individuati per la costruzione della NLTL: “…..la nuova linea ferroviaria verrà riconosciuta come un unico cantiere europeo….. E’  la proposta che Regione Piemonte, Auvergne Rhône-Alpes e Telt, la società incaricata di costruire l’infrastruttura…..Il Parlamento europeo ha votato martedì 9 febbraio la relazione d’iniziativa in cui viene recepita la proposta.”

Abbiamo cercato di capire esattamente cosa avessero votato a Bruxelles il 9 febbraio scorso.
In questo link del Parlamento Europeo troverete tutti i testi approvati in data 9.2.2021: https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2021-02-09_IT.html
Come potrete notare non vi è traccia di alcun recepimento delle proposte citate.
Abbiamo dunque  voluto indagare ulteriormente e abbiamo analizzato anche i testi approvati in data 10.2.2021:

https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2021-0040_IT.html</a

Ma anche qui non è presente alcun riferimento alla tanto sbandierata proposta. Ciò che il Parlamento Europeo ha adottato è una risoluzione sul nuovo piano d’azione per l’economia circolare, senza però entrare nel merito della NLTL.
Come si legge anche nel sito di rete ambiente infatti  “Il nuovo Piano d’azione per l’economia circolare fu varato l’11 marzo 2020 dalla Commissione europea insediatasi da pochi mesi in attuazione del Green Deal per l’Europa: mentre il Piano del 2015 puntava sulla riciclabilità, questo ( Ndr: la risoluzione del 10.2.2021) punta sulla prevenzione nella produzione dei rifiuti.

A tal proposito, quello che viene sostanzialmente proposto dai principali organi promotori della Grande Opera si riferisce al riutilizzo del materiale di scarto del tunnel per la costruzione delle gallerie sia su territorio italiano che su quello francese, volto alla riduzione degli indici di inquinamento e a favore di benefici ambientali (ed economici). Oltre al danno la beffa.

Una presentazione questa che, infatti, va a giustificare la distruzione di grosse porzioni di territorio valsusino e transfrontaliero a favore di cantieri eterni e costruzione di siti di stoccaggio del materiale di scarto che, proprio come era successo durante la costruzione dell’autostrada, verosimilmente non verranno mai più utilizzati.

Al di là della circostanza che prevenire la produzione di rifiuti è diametralmente opposto alla produzione di rifiuti ( sembra evidente ma pare non lo sia ), ci chiediamo come Telt possa arrogarsi il diritto di aver condizionato il Parlamento Europeo con la propria proposta di creare un unico cantiere europeo per lo smaltimento dei rifiuti: dalla lettura del testo approvato non emerge alcun benestare dei Meps.
Inoltre i realizzatori del progetto e gli organi di stampa, si tengono ben lontani dal diffondere la notizia che da Bruxelles , con la  Risoluzione del 20 gennaio 2021 sulla revisione degli orientamenti relativi alla rete transeuropea di trasporto,  sono stati messi in luce numerosi elementi ostativi alla concessione a Italia e Francia del tanto vantato finanziamento sino al 55% e ciò proprio in riferimento al Corridoio mediterraneo quale parte della rete centrale Ten-T.
È sempre più evidente che la necessità degli organi incaricati alla costruzione della Grande Opera è quella di piegare la realtà a proprio piacimento al fine di rendere utile un progetto che tale non è, così come indicato dalla Corte dei Conti europea, dalla Università di Lione, attraverso il Prof. Yves Crozet, e dalla Corte dei Conti francese ( in ben tre occasioni).
Abusare, oltre che dei territori, delle attività altrui, attribuendosi i meriti, è il tipico modo di agire dei politici così com’è l’agire di Telt  che dovrebbe essere un mero gestore di un’opera pubblica ma che, invece, appare sempre di più essere una centrale politica tesa esclusivamente ad avere consensi, e ciò che è più grave, anche attraverso l’utilizzo di milioni di euro dei cittadini che versano le tasse.