News — 9 Aprile 2011 at 09:05

PARMA 9 APRILE STOP THAT TRAIN

da stopthattrain.org Parma, 9 aprile 2011

Facciamo deragliare il progetto israeliano della Ferrovia ad Alta Velocità sui Territori Palestinesi

Coalizione STOP THAT TRAIN

 Il progetto per la realizzazione del treno ad alta velocità Gerusalemme – Tel Aviv, detto anche A1, è stato messo in cantiere fin dal 1995, ma ha subito interruzioni e cambiamenti in seguito alla opposizione della società israeliana e di diverse associazioni ambientaliste a causa dei danni, che tale linea avrebbe comportato all’abitato e all’ambiente, tanto che varie società costruttrici si sono ritirate.  Per questo il tragitto è stato cambiato ed ora, nonostante l’allungamento che la tratta subirà, correrà attraverso le aree vicine alla linea dell’armistizio del 1949 (la “Linea Verde”) e nell’Enclave di Latrun, e passerà attraverso una vasta area situata all’interno dei territori palestinesi occupati nel 1967, dove vivono comunità palestinesi, tra cui molti rifugiati del ’48 e del ’67.

Ad essere colpiti saranno i residenti dei due villaggi di Beit Surik e Beit Iksa, che già privati di gran parte della terra agricola e isolati da Gerusalemme a causa della costruzione del Muro voluto da Israele, vedranno le loro proprietà nuovamente sottoposte a confisca.

La realizzazione del progetto A1, comporterà non solo un danno per l’ambiente (che non tollerato dalla popolazione israeliana viene imposto alla popolazione palestinese) ma rappresenta una palese violazione della Legalità Internazionale, in quanto, percorre 6,5 chilometri attraverso la Cisgiordania occupata, contravvenendo alla normativa internazionale sui Diritti Umani, tra cui la IV Convenzione di Ginevra, che vietano lo sfruttamento delle terre da parte della potenza occupante. Israele invece, ha espropriato le terre palestinesi, con lo scopo di costruire infrastrutture permanenti, e per soddisfare i bisogni esclusivamente della sua popolazione civile. Una volta completata infatti, la ferrovia ad alta velocità A1 fornirà servizi solo ai pendolari israeliani tra Gerusalemme e Tel Aviv.

In questo modo il progetto per la ferrovia A1 diventa parte di un sistema infrastrutturale coloniale e di apartheid, che mentre provvede alle necessità della popolazione israeliana, nega quelle della popolazione palestinese che, su queste terre vive da secoli.

Allo stesso tempo costituisce un altro passo nell’implementazione della politica  israeliana di trasferimento forzato dei palestinesi che, dopo essere stati privati dei propri beni e cacciati dalle proprie terre, vedono completamente negato il proprio diritto al ritorno.
A lanciare l’allarme sulle conseguenze e i danni per la popolazione palestinese è il presente rapporto diffuso a ottobre da “Whoprofit.org”, un progetto di ricerca della ONG israeliana femminista, Coalizione di Donne per la Pace. Che ha raccolto dati e informazioni sul coinvolgimento delle diverse aziende internazionali, sia governative che private, in aggiunta a quelle israeliane. Tra le aziende private, il progetto prevede il coinvolgimento dell’italiana Pizzarotti S.p.A. Per questo, in Italia è nata la Coalizione Stop That Train, che mette insieme organizzazioni, associazioni, reti, movimenti, ONG e singoli cittadini, e che ha dato vita ad una mobilitazione contro il progetto e il coinvolgimento  della Pizzarotti S.P.A.

La Coalizione STOP THAT TRAIN

Chiede ai movimenti ai partiti alle associazioni, alle istituzioni, una adesione e una mobilitazione perché ci si impegni contro le corporazioni israeliane ed internazionali  coinvolte e/o traenti profitto dal progetto per la realizzazione del treno ad alta velocità  Gerusalemme – Tel Aviv, chiede quindi alla Pizzarotti S.P.A. di abbandonare tale progetto e chiama alla  mobilitazione:

Sabato 9 Aprile alle Ore 10.00 presso la Sede Pizzarotti S.p.A (Via Anna Maria Adorni, 1 – Parma)

Prime adesioni:

SEL Parma – Comitato BDS Bologna (a cui partecipano: Donne in Nero, Comitato Palestina Bologna, Pax Christi, Mashi, Ya Basta, Federazione RdB, Gruppo Studio Politecnico 09, Pari Opportunità e Sviluppo)