post — 4 Aprile 2016 at 23:15

Rinvio a giudizio per il giornalista Davide Falcioni: raccontò di un’iniziativa No Tav

no-TAV-sede-GeovalsusaRicordate tutti la vicenda di Davide Falcioni, giornalista che nell’estate 2012 fece un reportage per AgoraVox sul movimento No Tav e raccontò di alcune sue iniziative, tra cui un’occupazione del tutto pacifica fatta da alcuni attivisti alla sede della Geovalsusa S.r.l.?

La sua cronaca, priva di pregiudizi, fece sì che alcuni attivisti sotto processo per quell’episodio lo chiamarono come testimone durante il processo e fece non poco scalpore l’atteggiamento della pm Pedrotta che interruppe la sua deposizione minacciandolo di denuncia.

Ai presenti in aula fu chiaro l’intento intimidatorio del pubblico ministero e la sua volontà di interrompere, laddove non era possibile screditare, una voce veritiera a favore della difesa degli imputati. (https://www.notav.info/post/avviso-di-garanzia-per-il-giornalista-davide-falcioni-un-attacco-al-diritto-di-cronaca-e-alla-liberta-di-raccontare/)

La pm però non si accontentò di questo, evidentemente (ipotizziamo) era importante impedire che altri in futuro potessero credere che il “diritto di cronaca” valga quando ci sono di mezzo i No Tav, pertanto a ottobre arrivò al giornalista un avviso di garanzia ed oggi l’udienza presso il Tribunale di Torino con un rinvio a giudizio al 2017 a firma del gup Paola Boemio per “concorso in violazione di domicilio”.

Pertanto oggi il Tribunale Torinese, dietro richiesta della Procura della Repubblica, rinvia a giudizio un giornalista che ha direttamente documentato un’iniziativa No Tav, negando quindi il diritto di cronaca ma, soprattutto, la possibilità di avere una narrazione veritiera dei fatti, quindi diversa da quella faziosa raccontata dai pm torinesi.

Un’abitudine visto quanto capitato a una giornalista di radio Popolare di Milano, Flavia Mosca, che nel novembre del 2011, era entrata nel cuore della manifestazioni e delle tensioni di quella giornata, raccogliendo testimonianze dirette e non mediate dalle parti in conflitto, e per questo condannata.

Per quell’episodio, ricordiamo del tutto pacifico, diversi No Tav sono stati sottoposti a misure cautelari e poi condannati in primo grado a diversi mesi di carcere (https://www.notav.info/post/processo-geovalsusa-il-tribunale-condanna-tutti-i-19-no-tav/) e se questo sappiamo non fare notizia, magari lo farà sapere che a Torino e in Val di Susa non si può più raccontare, osservare e registrare ciò che è cronaca dei fatti, cronaca di un’iniziativa No Tav.

Forse la procura torinese e il tribunale pensano di poter riscrivere la Storia dall’interno di quelle spoglie aule, dove l’unica cosa che regna sovrana è l’ingiustizia, e credono di poter mettere a tacere tutti coloro che si pongono in modalità non inquisitoria nei confronti dei No Tav.

Si mettano il cuore in pace, hanno già intasato le aule del tribunale con tutti i loro sciocchi di processi, ma di persone che non si fanno intimidire ce ne sono più di quante loro possano denunciare, processare ed incarcerare.

Solidarietà a Davide Falcioni!