post — 18 Gennaio 2025 at 10:51

I capricci di Matteo

Ormai giornalmente, il Ministro dei trasporti e delle infrastrutture Salvini finisce in mezzo alla bufera mediatica, per quella che purtroppo è diventata la normalità da anni: la decadenza del nostro servizio treni a livello complessivo. Fuor di polemica, andrebbe sottolineato come il signor ministro venga tirato in ballo dai giornali solo quando ad avere ritardi disastrosi sono le linee ad alta velocità, e invece generalmente, non fa scandalo il ritardo endemico dei regionali. Nessuno se la vuole prendere con chi è obbligato a utilizzare l’AV, per lavorare, ma due riflessioni andrebbero fatte sul motivo per cui le persone, per campare, debbano raggiungere posti così distanti in così poco tempo. Soprattutto dovremmo domandarci perché chi per muoversi usa i regionali, debba pagare per un servizio scadente che non fa più notizia se non per gli incidenti ferroviari.

Su quanto sia scandalosa la gestione della rete nazionale da parte del ministero e da parte del Gruppo FS si è detto tanto, dentro e fuori la Val di Susa. La mancanza di investimenti strutturali, e anzi i continui tagli, hanno portato ad un escalation di disservizi fino a veri e propri disastri ferroviari con allegato tragico di morti e distruzione. Le condizioni di lavoro del personale interno ed esternalizzato è disastrosa: turni massacranti, mancanza di sicurezza e comportamenti antisindacali sono la triste normalità. Salvini ha dirette responsabilità su tutto questo, come le hanno i dirigenti delle Ferrovie e i governi precedenti. In più ora vediamo i frutti avvelenati dell’aver investito sull’av e la privatizzazione del servizio: tutto tende a funzionare in maniera selettiva e disomogenea.

Ma torniamo a Salvini. Negli ultimi due anni ha portato perorato solo i suoi due obbiettivi principali: il Ponte sullo stretto e il Tav. Lungi dall’aver effettivamente realizzato le due disastrose mega opere, ha comunque portato a casa il suo obbiettivo principale: riempire nuovamente la grande mangiatoia degli appalti e dei progetti per contentare i suoi elettori e finanziatori di riferimento. Insomma non si può dire che non si sia data nuova linfa al partito del malaffare all’insegna del tondino e del cemento! Ma negli ultimi mesi il buon Matteo a ricominciato a far la voce grossa sul fatto che, uno come lui, debba stare al ministero degli Interni (come se Piantedosi non ci bastasse già!), per questo forse, già rivedendosi in divisa, è così propenso a cercare il complotto dietro i ritardi dei treni? Forse la sua gestione di questi ultimi mesi è una sorta di sciopero bianco per farsi cambiare di banco da Giorgia? Della serie: se non mi dai quel che voglio faccio io faccio i capricci. Oppure, rimpolpate le tasche dei soliti amichetti, e svuotate quelle del ministero, adesso non gli restano motivi per rimanere? A pensar male si fa peccato ma spesso…