h: 14,30
La marcia popolare parte da Traduerivi. Tanti e tante Valsusinə si riversano per le strade per dire un forte e determinato NO al deposito di smarino e alla chiusura della stazione di Susa!
h: 15,00
La marcia popolare, attraversa la statale 24 costeggiando l’attuale zona dell’ autoporto dove, al posto della pista di guida sicura, secondo i progetti, dovrebbe sorgere la discarica di smarino.
h: 15,30
Dopo alcuni interventi di Friday for Future Valsusa, Movimento Terra e Assemblea precari, il corteo si prepara a svoltare verso il centro di Susa. Difendiamo la nostra terra, salviamo il nostro futuro!
h: 16,00
La manifestazione raggiunge la stazione di Susa che simbolicamente viene chiusa con nastro bianco e rosso. Se il progetto mortifero dovesse realizzarsi, gli e le abitanti della valle perderebbero la possibilità di spostarsi e di raggiungere il paese di Susa, il suo ospedale e i suoi istituti scolastici.
h: 16,30
La marcia popolare prosegue per le vie di Susa fino al palazzo municipale che viene simbolicamente chiuso dai cittadini e dalle cittadine visto che è più attento agli interessi di Telt e della lobby del Tav più che alla salvaguardia del suo territorio.
Le priorità della Valsusa e di tutto il territorio nazionale non sono il Tav, la discarica di smarino, le spese militari e il riarmo ma la tutela del territorio e di chi lo abita.
h: 17,30
La marcia popolare raggiunge l’ospedale di Susa che ormai da anni viene progressivamente ridotto nei servizi.
A fronte di un cospicuo aumento della malattie cardiocircolatorie e respiratorie che la discarica di amianto provocherá, il Governo punta ad investire nel Tav invece che sulla salute.
No alla chiusura dell’ospedale di Susa!
Il corteo si conclude passando davanti ai due istituti superiori di Susa, il Norberto Rosa e il Ferrari che con la chiusura della stazione vedranno diminuire di gran lunga le iscrizioni.
Oltre a questo, le scuole di Susa e Bussoleno rischiano di essere accorpate minando così l’autonomia dei singoli istituti e peggiorando la qualità della didattica con l’aumento del lavoro precario e del numero di alunn* per classe.
Difendiamo Susa e le sue scuole!