editoriale — 29 Luglio 2012 at 21:56

Passo per passo

La manifestazione che da Giaglione a Chiomonte ha visto migliaia di notav infrangere i divieti del Prefetto e il bullismo di Via Grattoni ha dimostrato ancora una volta la caparbietà di un popolo che lotta e seguendo il suo cammino, anzi il suo sentiero.

La tensione creata ad arte, i controlli asfissianti nelle statali della Valle, la pressione intorno al campeggio potevano far perdere la ragione in altre lande, ma in Valle di Susa invece no: di fronte ai divieti imposti magari si poteva prendere in considerazione di non sfilare, di fare un presidio con la motivazione addotta di non alimentare la tensione già molto alta o lo sgombero del campeggio. Provocazioni, trappole e imboscate sono i termini che di solito si usano in questi casi, invece nella Valle che Resiste è stato sufficiente individuare il sentiero giusto, allacciare bene gli scarponi e partire in marcia.

Ormai siamo abituati a queste formule di militarizzazione pesante e spropositata che non ci stancheremo mai di ripetere, annienta la garanzia dei diritti di espressione e circolazione scritti nella Costituzione. Ci siamo abituati e ogni volta prendiamo le contromisure giuste. Ieri c’era persino la Guardia Forestale in assetto antisommossa e dal corteo si scandiva lo slogan: “poliziotti,forestale,carabinieri,finanza e esercito….solo non si vedono i due leocorni” a testimoniare l’eccezionalità continua che si vive in Valle.

Manifestazione partita, percorso cambiato, ma nessun passo indietro rispetto ai diktat della Questura che nonostante lo sfoggio muscolare, torna a casa con le pive nel sacco.

Ancora una volta il Movimento Notav ha dimostrato che fa quello che decide e dice, non minacce ma promesse sia chiaro, sia di battaglia che di prospettiva, poco importa.

Da queste parti non si parla il linguaggio della sconfitta tanto caro alla politica istituzionale che abbaia ogni qualvolta si sente in pericolo.

Abbiamo dimostrato una volta in più che la lotta popolare è costellata di momenti e tempi diversi, tutti uniti in unico sentiero che porta a fermare il Tav.

La Stampa titola: “Il Popolo Notav isola i violenti”, e noi rispondiamo con una celebre frase di un anonimo notav passata alla storia:.”Ci proviamo, abbiamo anche fatto delle barricate, ma hanno lacrimogeni, manganelli, idranti…non è facile”