documenti, post — 17 Gennaio 2022 at 11:30

Perché la Valle di Susa non riesce a diventare come il Trentino o la Val d’Aosta

Pubblichiamo questa lettera firmata da Francesco Richetto, consigliere comunale a Bussoleno, e comparsa la scorsa settimana su alcuni giornali valsusini. Mentre gli effetti disastrosi dell’all-in sull’alta velocità per lo sviluppo del territorio si fanno sempre più palesi, finalmente qualche voce si alza per porre qualche legittima domanda sulle conseguenze di scelte calamitose e senza sostanza.  La lettera ha ovviamente fatta storcere il naso a qualche ciambellano della corte del TAV ma a noi sembra che, oltre a puntare il dito sulle oscenità della lobby del buco e dei loro utili idioti, indichi anche diversi temi che saranno di crescente attualità. Buona lettura!
L’ALTA VALLE DI SUSA… PERCHE’ NON RIESCE A DIVENTARE COME IL TRENTINO O LA VALLE D’AOSTA
(che non sono miti assoluti ma semplici realtà a cui molti lanciano lo sguardo e di cui molto si parla e discute)
Faccio una breve premessa. Sono nato in media valle, a Bussoleno, lì sono cresciuto e continuo a vivere. In alta valle di Susa però, a due passi da casa ho lavorato, ho imparato a sciare, vado in “montagna” e in vacanza ad agosto. Le medesime piacevoli abitudini le trasmetto con amore ai miei figli. In alta valle ci abitano i miei amici e “fratelli” di una vita. Condivido con loro gioie e dolori della vita in questa bella e complessa valle alpina. Se è vero che abito prima del salto morenico che ne limita il confine con la media valle non mi considero “straniero”. La amo e la difendo come casa mia, un vero gioiello delle Alpi Cozie.
Dicevo nel titolo della difficoltà a rendersi piacevole al confronto con altre realtà dell’arco alpino. Molti, tanti giovani del territorio guardano anche in modo critico a quegli esempi ogni giorno. Imparano, studiano, sperimentano e ci provano ma qualcosa non funziona e continua a non funzionare. Gli errori negli anni ci sono stati, tanti, forse troppi ma nulla è finito e la partita non è chiusa. Manca forse la voglia di giocarla davvero e vincerla.
Una sonora batosta aimè è arrivata con la storia del frecciarossa Milano-Torino-Lione-Parigi targata trenitalia, Dimostrazione plastica che non serve una nuova linea e nessuna fermata in alta valle, nessun nuovo turista all’orizzonte.
Trenitalia, RFI, il governo dunque (essendo queste ancora aziende pubbliche) si pongono a questa valle come a un brutale corridoio. Prendere e passare senza nulla lasciare. Solo costi e nessun beneficio.
Ma è una storia che inizia da lontano con l’autostrada A32 verso il T4 (traforo 4) del Frejus. Porterà lavoro e turismo. Ad oggi ha di fatto devastato l’ambiente con la sua costruzione. Ha solo alcune uscite utilizzabili dal territorio ed è una della autostrade più care d’Italia. Migliaia di camion ogni giorno ingrassano le tasche dei concessionari autostradali lasciando dietro di sè inquinamento e rumore. Un residente spende Bardonecchia-Torino 28 euro per 90km andata e ritorno a meno che non voglia intestarsi un telepass abbonarsi e “beneficiare” di 25 tratte mensili (neanche una al giorno) al costo di 107 euro. Se è dunque vero che ha tolto i mezzi pesanti dalle strade non ha però lasciato alcun beneficio da quel transito se non come dicevo la sua impattante costruzione e l’inquinamento quotidiano e oserei dire perenne.
La storia si ripete con i treni, solo per pendolari (come dicevamo sopra nessun treno veloce per i valsusini nè per i turisti) con costi mensili di abbonamento superiori alle 100 euro persona.
Idem con i servizi al territorio, scuola, salute, assistenza, energia. Tutto sviluppato sulla grande metropoli Torino lontana appunto dai 70 ai 90 km. Di questi giorni ancora la protesta per la stazione “fantasma” di Oulx, semichiusa per i lavori di ristrutturazione di cui si sono perse le tracce. Pochi segnali e pochi servizi sostitutivi. Un brutto biglietto da visita nel pieno della stagione turistica invernale.
Dunque dove sta il problema? Perchè non si riesce mai a vincere la partita?
I valsusini non sono capaci di proporre turismo e attrattività? la valle di Susa è brutta? Hanno stato i NoTav? secondo me no.
Centinaia di giovani si fermano scelgono di restare nella terra in cui sono nati. Moltissimo offrono il loro sudore e le loro energie a servizio di queste bellissime montagne. Moltissimi aimè sempre più stufi e stanchi di non vedere i frutti dei loro sacrifici. E’ la storia di una valle di transito, dove quello che passa ha la meglio sul territorio che attraversa e a transitare aimè non è il turismo o le energie di cui abbiamo bisogno.
Basterebbe però guardare alle giornate proposte proprio a Venaus con il Festival ad Alta Felicità. Decine di migliaia di giovani e non che in modo leggero corrono con gli occhi e con il cuore a questa terra. A portare energie qui non è un “pacchetto vacanze” in saldo con voli charter. Sono emozioni e scelte consapevoli che dietro si portano tutto un indotto di energie e risorse che rimangono e sostengono i tanti giovani lavoratori del territorio. Lavoratori che salutano con un sorriso cogliendo questa occasione per diffondere stili di vita, prodotti locali e bellezze alpine. Che siano formaggi, ospitalità, sport outdoor poco cambia. Non è pubblicità e competizione ma incontro.
Se ci pensate bene sono un po’ quelle emozioni che ognuno di noi cerca nei propri viaggi, nell’attraversare il mondo. Sono quelle scelte e quei ricordi che ci portiamo dietro in uno scatto fotografico o in un sapore di una terra lontana. Sono quelle cose vere che ogni giorno sempre più cerchiamo e non troviamo nel nostro quotidiano. Come si usava dire un tempo da queste parti “in una stretta di mano”
Il problema però c’è e rimane. Come fare? Dove premere per cambiare?
Se da un lato c’è il nostro agire consapevole per questa terra dall’altro c’è chi in modo consapevole su questa terra vuole solo predare.
Ci sono aziende e interessi che passano prendono e distruggono. A fronte di qualche stipendio lasciato negli anni ( e ce ne fossero perchè non di sola aria si vive) dall’altra lasciano solo disastri.
Ora la domanda è per quanto tempo staremo ancora a lamentarci. Quanti politicanti locali guarderemo ancora prestare il fianco e proporre solo miraggi a nome di grandi imprese e aziende “straniere”?
In questi due anni poi le scuse si sono sprecate. Sindaci e politici regionali hanno trovato un bell’alibi con la pandemia e la crisi per nascondere le proprie incapacità. Se notate da che era colpa dei No Tav ora è colpa del Covid
Diciamocelo pure serenamente, se non siamo noi a decidere qualcuno deciderà per noi. Ieri si nascondevano dietro l’autostrada, oggi dietro il raddoppio dell’alta velocità domani chissà (raddoppio perchè già c’è e manco si ferma). Vendono fumo, fanno interessi opachi che non sono i nostri. E’ il tempo questo per fermarli prima che sia troppo tardi. Il tempo per organizzarsi ed essere attenti e protagonisti, oltre questa pandemia che non sembra finire mai. I piani di ripartenza Europei devono essere nuova vita e non nuovi disastri. Alle porte come oggi ci dicono tutti e ci diciamo anche noi ci sarà una stagione unica e chi in questa valle verrà lo deve fare per amore, per dare e non solo per prendere.
Francesco Richetto, consigliere comunale a Bussoleno