post — 8 Marzo 2024 at 21:26

Sopralluogo al cantiere Tav di Chiomonte: la parola a Francesca Frediani

FREDIANI (UNIONE POPOLARE): SOPRALLUOGO AL CANTIERE TAV GRANDE SPOT PER LA TORINO LIONE, MA ALLE NOSTRE DOMANDE SULLE CRITICITA’ DEL CANTIERE TELT RISPONDE COME SE NULLA FOSSE DI SUA COMPETENZA

Il sopralluogo svolto questa mattina (6 marzo 2024) dalla Commissione Trasporti del Consiglio Regionale al Cantiere TAV di Chiomonte è iniziato con un rito intriso di propaganda, che ha visto la proiezione di filmati e di una presentazione normalmente “somministrati” a chi viene accolto nel punto visite.

Abbiamo così ricevuto informazioni sull’avanzamento dei lavori (ad oggi sul fronte italiano non è stato ancora scavato un cm del tunnel di base) e sui nominativi delle ditte impegnate nei vari appalti, ma a fronte di domande puntuali sulle criticità e sui punti dolenti su cui cerchiamo di far luce da tempo attraverso la nostra attività nelle istituzioni, le risposte sono state evasive e per nulla soddisfacenti.

L’ing. Polazzo ha affermato di non sapere dove sia stato smaltito il materiale rimosso dall’area del cantiere di Salbertrand, essendo la responsabilità in capo ad imprese in appalto che “sicuramente prenderanno tutte le precauzioni necessarie”.

A precisa domanda rispetto all’assegnazione di un appalto ad ITINERA, seconda classificata nella gara, nessuna spiegazione.

La società Italo Francese si è dimostrata vaga anche nel rassicurarci in merito alle temperature che si incontreranno nei punti più profondi del tunnel, sia in fase di lavorazione che dopo l’apertura al traffico. Preoccupazioni che dovrebbero far riflettere sulle condizioni di sicurezza dell’opera, soprattutto dopo l’episodio di deragliamento nel tunnel del San Gottardo e le relative difficoltà di intervento riscontrate successivamente.

Ma le maggiori perplessità le abbiamo dedotte in seguito alle risposte sulla questione PFAS.

Come noto, da un’indagine di Greenpeace è emerso che nelle acque potabili della Val Susa sono stati riscontrati alti livelli di sostanze contaminate con gli PFAS, prodotti di sintesi usati nei cantieri e in parte cancerogeni che fino a poco tempo fa parevano essere un problema del solo territorio di Alessandria.

TELT non ha né l’idea né la misura dei materiali utilizzati dalle imprese che fra appalti e subappalti si alterano nel cantiere e non possiede un elenco esaustivo delle sostanze utilizzate nelle lavorazioni. Eppure i dati sulla presenza di acque contaminate sono acclarati e non possiamo che attendere i risultati degli esposti presentati dall’associazione ambientalista per meglio comprenderne le cause.

Secondo TELT i lavori per i 57 km del tunnel di base dovranno iniziare tra un anno e mezzo. Noi, anche e soprattutto dopo l’incontro odierno, continuiamo a pensare che il Tav sia il simbolo di un modello di sviluppo sbagliato, basato sull’economia del profitto e sulla cementificazione del territorio, con il conseguente sacrificio della vivibilità della valle e della salute dei suoi abitanti.