post — 15 Aprile 2024 at 16:19

Gavio e ‘ndrangheta. Le mani dei boss del cemento su Tav ed autostrada

Facciamo il punto su quanto emerso finora dall’indagine Echidna che ha scoperchiato il vaso di pandora dei rapporti tra politica, criminalità organizzata e imprenditori in Piemonte nel segno del cemento.

L’inchiesta a quanto si apprende dai giornali mostra una fitta rete di relazioni e favori che ruotano attorno alla figura di Roberto Fantini, manager di lungo corso nel settore delle costruzioni stradali, in questo caso amministratore delegato di Sitalfa, carica che ha lasciato nel 2021 per poi approdare all’Osservatorio sulla legalità degli appalti grazie al supporto del PD, cioè la commissione che avrebbe dovuto vigilare sulla correttezza dei contratti pubblici. Fantini avrebbe concesso appalti e favori alla famiglia Pasqua a capo della locale della ndrangheta di Brandizzo. I Pasqua con la loro azienda di trasporti e movimento terra, la “Autotrasporti Claudio” avrebbero lavorato in tutto il Piemonte e persino in Liguria dove avrebbero avuto l’appalto di una frazione del nuovo ponte di Genova. In particolare l’azienda sarebbe coinvolta nei lavori dell’autostrada A32, Torino – Bardonecchia e nei lavori di collegamento con il cantiere del TAV Torino – Lione entrambi gestiti da Sitaf e nel nuovo grattacielo della regione. Oltre a Fantini ad essere coinvolti nell’inchiesta in casa Sitaf per fatti non collegati direttamente all’associazione mafiosa sarebbero Salvatore Sergi attuale direttore operativo dell’autostrada A32 e Salvatore Gallo ex presidente di Sitalfa in pensione dal 2015 e figura di rilievo della politica locale — prima del Psi e poi del Pd. Gallo attraverso Fantini e Sergi esercita la sua influenza nella azienda autostradale nonostante il pensionamento e riesce a ottenere un «non trascurabile» numero di telepass da omaggiare per avvicinare personalità influenti, in particolare medici, avvocati e giornalisti. Professioni che intende far gravitare nella galassia di amicizie dove il do ut des, deve fare i conti con una verità nascosta: il «signore delle tessere del Pd», scrivono gli investigatori, «non fa mai nulla per nulla».

Ma non solo, tra i manager che appaiono nei carteggi dell’indagine vi sarebbe anche Massimo Franciulli, procuratore del grande gruppo di costruttori Itinera. Il 17 settembre 2015 nelle cuffie dei carabinieri del Ros di Torino che indagano sulla Sitalfa, finisce una telefonata tra lo stesso e Domenico Claudio Pasqua. Pasqua chiede a Franciulli «Stasera facciamo bunga bunga?». Il fatto è che le ditte di Pasqua lavoreranno anche in quel cantiere e Franciulli «consapevole della caratura criminale dell’interlocutore», li chiamerà spesso e volentieri.

Scrive il gip di Torino: «L’indagine ha permesso di accertare i rapporti tra i Pasqua e i vertici dirigenziali di Sitalfa controllata di Sitaf. Società quest’ultima a capitale parzialmente pubblico. Anas – si legge – è azionista pubblico in passato di maggioranza oggi di minoranza (seppur rilevante) il cui principale socio di maggioranza è Astm spa holding del gruppo Gavio che controlla Itinera, società che a sua volta si occupa della costruzione manutenzione di autostrade e realizzazioni di grandi opere».

Casualità o meno, è un fatto che anche col Gruppo Gavio emergano vicinanze attenzionate dal Ros. Il giudice Luca Fidelio, attingendo dalle conversazioni tra Pasqua e il procuratore di Itinera, racconta come «emergano rapporti strettamente confidenziali con soggetti inseriti all’interno del gruppo Gavio». Talmente strette che Domenico Claudio Pasqua una sera trova chiusa una corsia autostradale e per farsela aprire si presenta dicendo di essere “il nipote di Gavio venuto dalla Calabria”.

Non bisogna dimenticare per comprendere a fondo gli intrecci di potere che sia Sitaf che Itinera sono controllate dal Gruppo Gavio e che mentre la prima si occupa dei lavori di collegamento con il Tav Torino – Lione e si è auto-appaltata la costruzione del fortino-cantiere dell’autoporto di San Didero dove bivaccano le truppe di occupazione, la seconda ha vinto l’appalto di Telt di un miliardo di euro per la costruzione del tunnel di base del TAV. Lo stesso gruppo ha in pratica in mano l’autostrada e il cantiere principale per la costruzione del TAV, altro che spostamento da gomma a rotaia.

C’è ancora un’altra interessante telefonata. Vincenzo Colosimo, responsabile acquisti della Sitalfa, chiama Pasqua esclamando: «Mi ha detto Roby (Fantini ndr) di telefonarti perché ci hanno rubato un camion a Bussoleno. Siccome voi siete del mestiere Roby mi ha detto di dirtelo». La risposta del boss è lapidaria: «Hai fatto bene». Dunque Sitaf si rivolgeva a Pasqua per risolvere “problemi” al di fuori della legalità. La coincidenza temporale tra questi rapporti e i regolari incendi ai presidi No Tav è particolare, ma sicuramente sarà un nostro viaggio mentale.

Giusto lo scorso anno è stato chiuso il presidio antimafia che avrebbe dovuto vigilare, a favore di giornalisti, sul cantiere TAV di Chiomonte quasi nello stesso momento in cui Itinera e quindi Gavio ha vinto l’appalto per il tunnel.

Le lobbies del cemento perdono il pelo ma non il vizio e mentre la rete criminal-imprenditoriale che vuole mettere le mani sulla Valsusa oggi ha nomi e cognomi le forze di polizia bivaccano nei fortini e perseguono i cittadini che si oppongono alla devastazione ed all’elargizione di denaro pubblico nei confronti di tali personaggi.