post — 26 Luglio 2019 at 22:22

28/7, Tavola rotonda movimenti a difesa dei territori al Festival Alta Felicità!

Condividiamo un piccolo contributo in vista della tavola rotonda organizzata all’interno del Festival Alta Felicità con tutti quei movimenti territoriali incontrati in questi anni nei nostri percorsi e con tutti coloro che magari ancora non conosciamo ma che invitiamo calorosamente a partecipare! 

L’occasione di questo importante incontro è maturata all’interno del percorso #siamoancoraintempo che il 23 Marzo scorso ha portato in piazza decine di migliaia di persona contro i cambiamenti climatici, contro le devastazioni territoriali e le grandi opere inutili.

Appuntamento al Festival Alta Felicità Venaus, Borgata 8 dicembre

Tavola rotonda domenica 28 luglio ore 15,30 Palco Prato (sotto il tendone)

Domenica si svolgerà una nuova assemblea del percorso 23M. Una riunione che arriva in un momento particolare. La decisione del governo giallo-verde di procedere senza colpo ferire con l’iter dei lavori della Torino-Lione non sorprende ma marca un passaggio nuovo. I movimenti contro le grandi opere inutili e imposte si confermano come una delle poche, ultime linee di faglia capaci di mettere in difficoltà un sistema fatto per spolpare la natura che ha la sua incarnazione attuale nel governo pentaleghista.

La battaglia contro la Torino-Lione diventa, in questo contesto, cruciale. Se qualcuno poteva ancora illudersi che essa fosse questione meramente locale, magari legata a qualche prurito NIMBY, non può che apparire evidente oggi la sua valenza nazionale e generale. Crediamo che sulla battaglia contro il TAV si giochi una partita importante. Non perché questo progetto sia in sé più dannoso o più grave dei tanti che si affollano sui nostri territori e che abbiamo imparato a conoscere grazie al mutuo appoggio che ci siamo dati nel percorso costruito a partire di Venezia e poi gli altri importanti passaggi collettivi. Semplicemente perché oggi, il proseguire della resistenza contro il TAV in Val di Susa è cauzione e promessa di ogni possibile resistenza a venire contro gli appetiti di un sistema predatorio che ha trovato nell’arroganza salviniana il suo nuovo garante politico.

I deregolamenti climatici a cui abbiamo assistito durante gli ultimi mesi hanno aperto gli occhi anche a più scettici sull’urgenza di una proposta che sappia mettere davvero all’ordine del giorno la preservazione di una vita decente al di là dei facili equilibrismi politici e delle posizioni di facciata. Crediamo oggi più che mai che l’unica cosa che potrà essere all’altezza di questo compito, fuor di retorica, epocale, nascerà dalle sinergie che riusciremo a creare tra i comitati contro le grandi opere e contro le devastazioni territoriali, i nascenti movimenti contro il cambiamento climatico e tutte le forme ancora latenti di opposizione allo stato di cose presente.