movimento, post — 14 Maggio 2013 at 22:10

Attacco al cantiere Tav, intervista a uno dei leader di Askatasuna Gian Luca Pittavino: “Pratiche legittime di lotta”

Tav, scontri violenti in Val di Susa

da huffingtonpost.it

“Sono pratiche legittime di lotta, è giusto attaccare il cantiere per tentare di buttarne giù i muri”. Gian Luca Pittavino è uno dei leader di Askatasuna, centro sociale torinese da anni in prima fila nella lotta alla Tav, la linea alta velocità Torino Lione. Parlando all’Huffpost così commenta l’attacco, da parte di una trentina di persone incappucciate armate con bombe carta e incendiarie, all’area in Val di Susa dove si sta lavorando alla realizzazione della nuova linea ferroviaria. Una grande opera che vale 8,2 miliardi di euro, coinvolge oltre mille persone e la cui fine dei lavori è prevista per il 2023.

Pittavino, oggi il procuratore della Repubblica di Torino Giancarlo Caselli ha definito l’episodio del cantiere ‘un’azione di guerra militarmente organizzata nei dettagli, con un lancio di una quantità industriale di molotov’, per voi tutto questo è legittimo?
Innanzitutto voglio precisare che quella che esprimo è la posizione di Askatasuna e non di tutto il movimento No Tav. Poi io credo che esistano forme più o meno condivisibili di lotta, ma ciò non toglie che finché l’obiettivo è colpire il cantiere e non le persone che ci lavorano tutto ha la sua legittimità. Ciò che è successo la scorsa notte non mi è sembrato nulla di così grave.

E dunque secondo lei gli allarmismi non sono giustificati, la convocazione oggi di una riunione speciale del comitato per l’ordine pubblico, l’arrivo di Alfano a Torino sono solo frutto di una strategia dell’esecutivo?
Non penso sia giusto parlare di strategia, credo piuttosto che anche questo governo – che per altro va contro la volontà di metà degli italiani – esprime la posizione di tutti i governi precedenti, commettendo l’errore di voler a tutti costi proseguire i lavori dell’alta velocità. In passato da parte della politica non c’è mai stata la volontà vera di costruire un confronto reale sull’opportunità o no di questa opera. Non credo ci sarà adesso.

Sempre il procuratore Caselli chiede aiuto alla politica perché dice ‘la magistratura non può fare da sola’.
Il procuratore ha fatto della Tav la sua personale battaglia, lui sa benissimo quanto peso mediatico abbiano certe dichiarazioni. Mi chiedo come sia possibile che il movimento sia sempre sotto osservazione speciale, abbiamo avuto più di 30 arrestati e altrettanti fogli di via mentre non c’è mai stata una vera e propria indagine sugli appalti delle ditte che lavorano per la Tav, falliscono e poi rinascono in maniera del tutto inspiegabile.