post — 22 Giugno 2021 at 20:22

Scricchiola l’immunità di Esposito…

Finisce in Corte costituzionale il caso giudiziario fra Dana Lauriola, Giorgio Rossetto e Giorgio Vair contro l’ex deputato ed ex senatore sig. Esposito Stefano, e scricchiola la tattica di fuga dal processo.
Come nasce la storia?
Nel 2012 l’ex accusa i tre di essere coloro che avevano dato “supporto ai teppisti” durante una manifestazione notturna di protesta a Chiomonte.

I tre denunciano per diffamazione.
La pratica finisce al “pool no tav” della procura. Precisamente al pm Padalino Andrea che in quel caso tiene il fascicolo in indagini per due anni e mezzo impiegando il triplo del tempo che gli serve in casi contemporanei dove il tipo di reato è sempre lo stesso ma gli imputati sono i no tav (ma questa è un’altra storia lo sapete…). Nel 2015 comunque Pada ce la fa e chiede il rinvio a giudizio per il buon senatore, prima udienza ottobre 2017…
Solo che nel frattempo il buon senatore, godendo di questi straordinari ritardi del fascicolo, quando arriva quella prima udienza si è fatto guardingo, ha capito che non marca tanto bene offendere senza pudore perché rischia di rimetterci del suo (negli anni collezionerà sentenze di condanna in sede penale e civile) e così scappa dal giudizio e dice: “non potete processarmi, sono immune perché quelle frasi le ho dette da parlamentare!”.
E il processo si sospende perché la Camera si pronunci su questa eccezione di immunità.
La camera dei deputati si prende il suo tempo: altri tre anni e ben 7 diverse sedute in giunta, a fine 2019 dichiara l’insindacabilità e a marzo di quest’anno la Camera dei deputati approva: esposito insindacabile.
Solo che i notav non ci stanno: dimostrano che l’ex ha pronunciato quelle parole in un contesto che non centrava niente con il parlamento visto che l’attività parlamentare “più vicina” alla frase dell’Esposito era stata a marzo del 2012 mentre la sua frase è di settembre. Quindi c’è un buco lungo sei mesi tra l’ultima attività in aula in materia TAV ed il giorno della frase ritenuta diffamatoria. Dicono i no tav: quello scritto è fine a se stesso, appartiene alla battaglia e alle motivazioni tutte private dell’Esposito, quello è tornato dalle ferie e ha pensato bene di uscirsene alla sua maniera, ma allora è privo di qualunque nesso funzionale, altro che parlamentare! Perciò bisogna fare annullare la delibera della Camera dalla Corte Costituzionale e processare normalmente il signore che l’ha pronunciata.
L’11 maggio 2021 in udienza si discute di questa richiesta dei No Tav, il Giudice Cafiero ascolta con interesse e scopre che quella non è solo la posizione dei no tav ma anche del rappresentante della pubblica accusa (che nella fattispecie non è un magistrato del pool no tav), e oggi decide: il Tribunale di Torino farà “causa” alla Camera dei Deputati chiedendo alla Corte Costituzionale di dichiarare che non le spettava affermare che le dichiarazioni di Esposito sono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell’esercizio delle sue funzioni ai sensi dell’art. 68 della Costituzione.
Ora nasce una fase contenziosa del tutto nuova ed autonoma in cui il Tribunale di Torino deve depositare la richiesta alla Consulta, se il ricorso è ammissibile notificarlo alla Camera dei Deputati, poi in vista dell’udienza argomentarlo. Se tutti questi passaggi verranno fatti bene la Corte potrebbe dare ragione all’indicazione dei No Tav seguita dal Tribunale di Torino e rendere processabile il buon ex deputato-ex senatore. Poi chissà, visto che tutti sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva diciamolo: il dibattimento potrebbe andare anche benissimo per l’ex ex.
Per il momento le cose sono state rimesse un po’ a posto.

Cassian Prendeportacas