post — 16 Novembre 2020 at 16:10

Note a margine: su Dana, Bussoleno e la lotta No Tav

Riprendiamo queste due pagine di “note a margine” tratte dal libro “A Testa Alta – Emilio Scalzo” di Chiara Sasso ed Intra Moenia che uscirà probabilmente a dicembre. Le due pagine raccolgono alcune dichiarazioni sull’arresto di Dana e sull’eccezionalità della sentenza che l’ha portata in carcere, sottolineando come in quel provvedimento assurdo ci sia la criminalizzazione di un’intera popolazione colpevole di resistere. Buona lettura!

Bussoleno è un comune della Valle di Susa con 5824 abitanti. Al 1 ottobre 2020 sono cinque le persone che si trovano per diversi motivi agli arresti domiciliari o in carcere per reati legati all’opposizione al progetto Tav. Giorgio Battagliola, Nicoletta Dosio, Dana Lauriola, Stefano Milanesi, Emilio Scalzo.  Nicoletta Dosio è tornata in libertà il 15 novembre 2020

L’arresto di Dana Lauriola e la condanna a 2 anni per aver partecipato ad una protesta il 3 marzo del 2012 spiegando al megafono le ragioni che avevano portato ad occupare l’area del casello autostradale di Avigliana gestito dalla Sitaf, per una ventina di minuti, ha ottenuto molte prese di posizioni indignate. Il danno economico per la mancata riscossione dei pedaggi è stata quantificato dal Tribunale di Torino con 777,00 euro. Il Tribunale di Sorveglianza di Torino ha respinto la richiesta di scontare la pena in misura alternativa (affidamento in prova o detenzione domiciliare).

Sui fatti si sono espressi molte associazioni, politici.

 

Amnesty International “Esprimere il proprio dissenso pacificamente non può essere punito con il carcere. L’arresto di Dana è emblematico del clima di criminalizzazione del diritto alla libertà d’espressione e di manifestazione non violenta, garantiti dalla Costituzione e da diversi meccanismi internazionali, ha dichiarato in una nota ufficiale Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

 

Greenpeace rilascia un altro comunicato “L’arresto e la detenzione (due anni) dell’attivista No Tav Dana Lauriola è un problema che non riguarda solo chi, come gli attivisti di Greenpeace, si dedica alle proteste nonviolente. In questi ultimi anni si è sempre più limitata la libertà di manifestazione del pensiero anche in contrasto con quanto previsto nella Costituzione”.

 

Anche Livio Pepino, magistrato, nel 2010 componente del Consiglio Superiore della Magistratura, attuale direttore delle edizioni Gruppo Abele scrive su Volere la Luna il 18/09/2020: “…la sproporzione tra la sanzione inflitta e il fatto è di rara evidenza e chiunque frequenti le aule giudiziarie sa che una condanna a due anni di carcere per una violenza privata con quelle caratteristiche è davvero un unicum. Sorprendenti le motivazioni, articolate su due profili principali: la mancata presa di distanza di Dana dal Movimento No TAV (pur in un quadro di revisione critica «delle modalità con le quali porre in essere la lotta per le finalità indicate») e il luogo della sua abitazione, prossimo all’epicentro dell’opposizione alla linea ferroviaria Torino-Lione).

– quanto al primo profilo: «Le risultanze in atti sottolineano una devianza sociale nata da ideologie di natura politica, propugnate fino a epoca recentissima. […] La lunga carriera militante della Lauriola è perdurata fino a epoca recentissima, dando prova della sua incrollabile fede negli ideali politici per i quali non ha mai esitato di porre in essere azioni contrarie alle norme penali»;

– quanto al secondo profilo: «La Lauriola risiede a Bussoleno, comune dell’Alta Val di Susa: la collocazione geografica del domicilio del soggetto coincide con il territorio scelto come teatro di azione dal movimento No TAV, il quale ha individuato il cantiere di Chiomonte per la realizzazione della futura linea dell’Alta Velocità come scenario per frequenti manifestazioni e scontri con le Forze dell’Ordine. La vicinanza di tale luogo al luogo di dimora della condannata, la espone al concreto rischio di frequentazione di soggetti coinvolti in tale ideologia e di partecipazione alle conseguenti iniziative di protesta e dimostrative che, dopo le stringenti limitazioni imposte dal lockdown, potrebbero in futuro diventare più frequenti in misura proporzionale alle decisioni programmatiche del Governo Centrale in merito alla prosecuzione dei lavori sulla linea ferroviaria (l’incremento delle infrastrutture costituisce uno dei fulcri del programma di governo per ottenere i fondi destinati all’Italia dal Recovery Fund europeo)».

Si noti: a Dana è contestato non già di avere mantenuto rapporti con una (inesistente) associazione delittuosa, ma di avere tenuto fermi i propri «ideali politici» e la propria opposizione al TAV; non solo ma quel che le è richiesto come condizione per evitare il carcere è l’abbandono del suo ambiente di vita, dei suoi affetti, magari dello stesso lavoro (cioè esattamente l’opposto dell’obiettivo dell’affidamento in prova che è, appunto, quello di favorire o mantenere l’inserimento sociale)”.

 

Infine (fra le tante) la presa di posizione del sindaco di Bussoleno Bruna Consolini resa pubblica durante il Consiglio Comunale di lunedi 28 settembre 2020

“… Io non conoscevo personalmente Dana, ma sono rimasta personalmente colpita dalle motivazioni che hanno portato il magistrato a negare la detenzione domiciliare ad una concittadina peraltro incensurata.

Dana non ha rinnegato la propria contrarietà al TAV e ha continuato a partecipare al Movimento NoTav: dare prova di “incrollabile fede negli ideali politici” non dovrebbe essere considerato un fattore negativo.

Ma, soprattutto, Dana “risiede a Bussoleno” che, anche se non è un comune dell’Alta Val di Susa, è comunque non troppo lontano da Giaglione e Chiomonte, sedi del cantiere principale del tunnel, e vicino alla Piana di Susa, dove arriverà lo smarino per la selezione del materiale da riuso.
Bussoleno è il mio paese: qui sono cresciuta, ho studiato, ho fatto la vita da pendolare, ho lavorato, ho svolto attività di volontariato e, infine, sono stata eletta sindaco. È un paese che ha una storia da vantare sotto tanti aspetti: ha vissuto la lotta partigiana sin dal suo nascere ottenendo la medaglia di bronzo e, per questo, molte vie del paese sono dedicate a ragazzi che sono morti sulle nostre montagne per la libertà di tutti. All’inizio del secolo scorso ha visto la prima elettrificazione di paese connessa ad un mulino; ha partecipato alla rinascita economica con i cotonifici, la fabbrica da Fer, la stazione ferroviaria; ha accolto migranti dal Sud e poi dall’Albania, dal Marocco, dalla Romania; ha subito emergenze da fenomeni idrogeologici e da incendi boschivi con danni ingenti… E’ un paese ancora qui: con un po’ di negozi chiusi e fabbriche svuotate ma con allevamenti fiorenti, con una crisi forse più pesante che in altre città ma con progetti e prospettive. Soprattutto con la volontà di difendere il proprio territorio guardando avanti nell’ottica di uno sviluppo sostenibile in armonia con l’ambiente.

Mi preoccupa il messaggio che vivere a Bussoleno sia concepito come un’aggravante.
Si tratta di un invito a non venire a Bussoleno? Proprio quest’anno che al termine del lockdown molti dalle città hanno raggiunto i nostri sentieri per camminare, stare all’aperto e respirare aria buona. Si tratta di un invito ad andare via da Bussoleno? Purtroppo ci sono già troppi che devono scappare per trovare lavoro.

Si tratta di un invito a stare lontani da Bussoleno per ignorare questa grande opera? Se partirà, sarà molto difficile ignorare l’impatto dato dai cantieri all’opera, dai mezzi in transito, dalle emissioni di C02 già prefigurate nei progetti.

Mi preme sottolineare il concetto che “vivere a Bussoleno”, o meglio essere Bussolinesi, non è solo una questione legata alle generazioni montane che molti di noi gloriosamente hanno, bensì comporta l’immergersi nei problemi di questo Comune e nell’impegnarsi a fronteggiarli: dal fruire della bellezza dei nostri monti al soffrire per la loro fragilità, dal supportare l’istruzione all’inventare spazi di intrattenimento culturale, dal sopperire alle difficoltà socio-economiche al cercare di avviare iniziative di sviluppo, dal creare piccole opere in sintonia con il nostro habitat al contrastare grandi opere distruttive del territorio. Dana è Bussolinese”.