post — 18 Settembre 2025 at 19:48

Ivrea: riprendono le udienze del processo “Echidna”

Dopo l’avvio nel mese di maggio, ieri, presso il Tribunale di Ivrea si è tornati a parlare del cosiddetto processo Echidna, il procedimento che trae origine dall’operazione omonima avviata nel 2024 dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino. L’inchiesta ha fatto emergere le infiltrazioni della ‘ndrangheta in Piemonte, in particolare nell’area di Brandizzo e lungo l’asse Torino–Bardonecchia, con interessi negli appalti pubblici, manutenzioni autostradali e gestione politica.

Nell’udienza è stato ascoltato il colonnello Michele Fanelli del ROS, che ha ricostruito i rapporti tra la famiglia Pasqua di Brandizzo e le cosche calabresi, soffermandosi su frequentazioni, vacanze in Calabria, scambi di favori e interessi negli appalti. Un quadro che conferma, ancora una volta, come le grandi opere e le reti di subappalto siano state e restino terreno fertile per le infiltrazioni mafiose.
Parallelamente, le difese hanno attaccato la Rai accusandola di aver dato voce solo alla versione dell’accusa, a dimostrazione di quanto questo processo continui a muoversi non tanto sul terreno giudiziario quanto su quello politico e mediatico.

Fin dall’inizio, i documenti dell’inchiesta, hanno delinato con estrema chiarezza il ruolo in questa storia di Roberto Fantini, ex amministratore delegato di Sitalfa S.p.A. (società che gestisce la manutenzione dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia), tant’è che all’oggi si ritrova ad essere imputato per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l’accusa, Fantini avrebbe favorito aziende legate alla famiglia Pasqua (ritenuta una locale di ‘ndrangheta) facendole entrare nei lavori di manutenzione dell’autostrada.
Sitaf, concessionaria dell’autostrada A32, è a sua volta presente nello scenario più ampio, con rapporti di interconnessione con Sitalfa e con figure come Salvatore Gallo, ex manager Sitaf, indicato negli atti come soggetto in grado di esercitare influenza.

La notizia di ieri – con l’udienza che ripropone le deposizioni che collegano Fantini, la famiglia Pasqua, e le ditte negli appalti autostradali – serve a ribadire che le dinamiche denunciate con l’operazione Echidna non sono fatti astratti o passati, ma che continuano ad avere ricadute concrete. Allo stesso tempo, l’emergere della responsabilità civile di Sitalfa potrebbe trattarsi di una presa di posizione significativa nel percorso del processo.. staremo a vedere!
Sicuramente, dal canto nostro, non possiamo che ribadire ciò che denunciamo da sempre: le grandi opere inutili e imposte aprono la strada a corruzione, clientele e mafie, mentre i territori vengono devastati e le comunità messe a rischio. Il processo Echidna ci ricorda che la lotta contro il Tav e contro il modello delle grandi opere è anche una lotta contro le mafie e il loro radicamento.

La verità è sotto gli occhi di tutti: dove passano i cantieri delle grandi opere, passano anche gli interessi mafiosi.