post — 11 Maggio 2023 at 10:02

Il TAV si schianta contro un muro. La Francia rinvia i lavori per la tratta nazionale al 2043

E’ notizia di questa mattina che il governo francese sta valutando di rinviare fino al 2043 la costruzione della tratta nazionale (60 km per 9 miliardi di costi) che dovrebbe collegare il tunnel a Lione. Il motivo di questo rinvio risiederebbe nei costi eccessivi dell’opera. A quanto si apprende dai giornali la delegazione del governo francese dovrebbe presentarsi con questa posizione alla prossima Conferenza intergovernativa che si terrà il 22 giugno a Lione.

Certamente per i lettori e le lettrici di notav.info non si tratta di una novità dato che è da mesi che preannunciamo la possibilità di questa decisione al netto della cortina fumogena dei giornali Si Tav, per cui va sempre tutto bene.

Senza la tratta nazionale francese va a cadere anche una delle ultime argomentazioni dei promotori dell’opera, cioè il guadagno di mezz’ora di tempi di percorrenza tra Torino e Lione (a costo di sventrare due valli e spendere decine di miliardi). Ciò che sta accadendo è la dimostrazione plastica di quanto il movimento No Tav, da una parte all’altra del confine, ripete da tempo: cioè che l’opera è antieconomica, inutile e rappresenta unicamente un grande regalo alle lobbies del cemento e del tondino.

Ora in linea teorica se la scelta del governo francese dovesse essere confermata anche i lavori per il tunnel di base (di cui non è stato ancora scavato nemmeno un metro, sebbene alcuni giornali facciano finta del contrario) dovrebbero fermarsi perchè l’Unione Europea ha condizionato i finanziamenti del tunnel alla costruzione delle linee nazionali. Diciamo in linea teorica perchè sappiamo bene che le ragioni della devastazione e del profitto in questo mondo pesano più del buonsenso.

Ricordiamo brevemente che l’Italia dovrebbe pagare il 60% dei costi del tunnel di base, mentre la Francia il 40, a fronte di un tunnel che si troverebbe in territorio italiano solo per 12 km e per 45 in quello francese. Dunque se i cugini di oltralpe (con un bilancio ben più significativo del nostro) trovano che la spesa per la tratta nazionale sia eccessiva, cosa dovremmo pensarne noi? Intanto dal nostro lato i governi che si sono susseguiti hanno continuato senza colpo ferire l’opera di militarizzazione e devastazione della Val Susa. Ora dovrebbero chiedere scusa alla valle ed a tutti i cittadini i cui soldi sono stati dilapidati in questa opera inutile.

Il 17 giugno ci troveremo in Maurienne per una manifestazione internazionale e popolare per rafforzare il nostro No e impedire che questo scempio ecocida continui sulla sua folle strada.