post — 4 Agosto 2019 at 16:07

Il decreto sicurezza (bis) è la norma anti-notav

Tra pochi giorni arriverà in senato il cosiddetto decreto sicurezza bis. Se si è già parlato molto delle vergognose norme contro i salvataggi in mare degli africani, meno in luce sono le misure in materia di ordine pubblico contenute nei due decreti Salvini.

Si tratta però di norme di gravità inaudita, che pongono una forte ipoteca sui cittadini del nostro paese, provando a impedire di fatto ogni movimento di contestazione presente e futuro fuori dal recinto di partiti e sindacati. Ironia della sorte, se si pensa all’azionista di maggioranza di questo governo ormai sitav, sono disposizioni pensate esplicitamente per prevenire l’eventualità che si sviluppino rivolte come quelle dei gilet gialli francesi e che vanno pesantemente a colpire i pochi movimenti che hanno saputo mettere in difficoltà il sistema in questi anni come quelli contro le grandi opere inutili e imposte. Al primo posto nei pensieri di Salvini ci sono ovviamente gli ostinati seccatori che abitano una valle piemontese sotto la bandiera notav.

Andiamo a vedere cosa prevedono in concreto le disposizioni previste dai DDL e perché sembrano tagliate su misura per andare a colpire i notav e gli altri movimenti popolari di protesta

1) Già nel primo decreto sicurezza, approvato da tutta la maggioranza gialloverde nonché dal presidente della repubblica, è stato re-introdotto il reato di blocco stradale. Si va così a colpire una pratica di lotta spontanea ed efficace, adottata da tutti i movimenti dal basso che non vogliono limitarsi a semplici sfilate di testimonianze, si pensi non solo alla Val di Susa ma anche agli scioperi dei facchini e dei braccianti. Grazie al governo gialloverde il semplice fatto di bloccare la circolazione è ormai punito con la reclusione da 1 a 6 anni. Le pene sono estese anche al blocco di treni, altra pratica messa in campo più volte dai notav.

Blocco dell’autostrada A32 nel 2012

Blocco del Tgv ad Avigliana nel 2011

 

2) Con il decreto sicurezza bis vigerà anche l’obbligo di subire le violenze della polizia. Il semplice fatto di portare con sé a una manifestazione una protezione passiva contro manganelli e gas (per esempio una maschera antigas per non intossicarsi con i lacrimogeni sparati a ogni piè sospinto in Val Susa dalle forze del disordine), viene punito con pene dai 2 ai 3 anni di carcere.

La polizia spara dal viadotto dell’autostrada lacrimogeni mirando alla testa dei manifestanti nel 2011

3) Altra disposizione a misura di notav è quella che prevede da 1 a 4 anni di reclusione per chi “lancia o utilizza illegittimamente” fuochi artificiali, bengala o fumogeni durante le manifestazioni. Il riferimento è ovviamente alle passeggiate notturne notav, durante le quali il cantiere viene spesso illuminato da fuochi artificiali lanciati dai notav

Azione di disturbo al cantiere nel 2016

Insomma il governo gialloverde non solo vuole far partire il TAV ma passerà anche alla storia per aver approvato una serie di misure che consentiranno di punire ancora più pesantemente chi si oppone all’opera in Val Susa.