
Pro Natura Piemonte deplora che il comunicato stampa della Regione Piemonte in merito all’incontro del 10 novembre sulla Valutazione di Impatto Sanitario della parte Italiana della tratta transfrontaliera della futura Torino Lione, abbia affermazioni che possono trarre in inganno la stampa e l’opinione pubblica. Non è vero che non vi sia variazione della salute in Val di Susa in merito ai cantieri della Torino Lione per il semplice fatto che la realizzazione della linea non è ancora iniziata e non vi è ancora un centimetro di tunnel od un cantiere operativo della linea stessa.
Fortemente dubbio e comunque meritevole di una analisi è il fatto che la realizzazione del tunnel geognostico della Maddalena, abbia determinato una riduzione di tre volte dei valori delle polveri sottili, rispetto alla situazione ante cantiere, considerando le segnalazioni di nubi di polveri e di lunghi periodi in cui non venivano comunicati i dati di monitoraggio.
Pro Natura Piemonte, nel corso dell’intervento in occasione dell’incontro, ha sottolineato che la VIS non è solo un adempimento tecnico od uno strumento di conoscenza attraverso i dati di monitoraggio, ancora, ovviamente, inesistenti, ma un obbligo imprescindibile che deriva dal recepimento di una direttiva europea che impone di valutare prima dell’inizio dei cantieri, quale sarà l’impatto sulla salute delle opere che si intende realizzare. Tale obbligo non è assolutamente assolto: la procedura ed il tavolo di pilotaggio messo in opera dalla Regione tre anni fa, non hanno assolutamente riscontro con la legislazione europea ed italiana e pertanto la Torino Lione ad oggi non ha assolto questo obbligo fondamentale e non potrebbe neppure iniziare i lavori, per assenza di questa parte di VIA.
E’ macroscopico che la direttiva europea impone una previsione degli impatti futuri prima che essi avvengano, mentre invece la procedura di monitoraggio ed il tavolo di pilotaggio istituiti dalla Regione registreranno gli inquinamenti avvenuti.
Pro Natura Piemonte ha fortemente criticato le modalità di monitoraggio seguite per il cantiere della Maddalena e la delega ad un funzionario del Ministero della Salute di Roma di ogni valutazione in merito, anziché all’ARPA del Piemonte. Ha anche criticato la tardiva presa in considerazione del problema dei PFAS ed ha chiesto il loro bando dai cantieri della Torino Lione: richiesta condivisa dai comuni della valle di Susa che è stata respinta.
Ha anche criticato che a tre anni dalla constatazione che i tre chilometri finali del tunnel geognostico della Maddalena non consentano l’accesso delle persone, Telt e la Regione, continuino a negare l’esistenza di ogni problema, mentre una qualsiasi ricerca tramite la Intelligenza Artificiale ammette che il problema è dovuto alla presenza di rocce uranifere come quelle della miniera di sondaggio di Venaus, che si trova a pochi chilometri di distanza, sul versante opposto della montagna.
Il Consigliere (Mario Cavargna)



