La Val di Susa accoglierà durante il Festival Alta Felicità l’assemblea nazionale “Guerra alla guerra” di cui è uscito oggi l’appello e che di seguito pubblichiamo.
Come si legge dall’appello l’obiettivo è quello di costruire “un percorso largo e partecipato contro la guerra, contro il riarmo dell’Europa e il genocidio in Palestina” che veda negli effetti della guerra nelle vite quotidiane un tema dal quale partire per continuare a mobilitarsi.
La nostra valle è un esempio lampante dell’effetto che la salvaguardia degli interessi di pochi possano devastare e compromettere interi territori, quando si entra in guerra in maniera concreta come il Governo italiano sta già facendo, adeguandosi al piano di riarmo europeo e aumentando la spesa dedicata alla difesa e alla tecnologia bellica, la direzione è ben chiara. “La pace è finita da un bel pezzo” continua così l’appello: e in Valsusa sappiamo bene cosa significhi dover convivere con le truppe d’occupazione, facendo le spese di migliaia e migliaia di soldi pubblici per foraggiare le forze dell’ordine che piantonano i nostri boschi e i nostri terreni. Sappiamo cosa significhi resistere per più di trent’anni al tentativo di politicanti, industrie e malaffare di imporre un’opera inutile, dannosa e che mai verrà ultimata ma che è utile per ingrossare le tasche dei soliti noti. In un tempo di guerra infrastrutture come il Tav diventano nuove occasioni per alimentare questi interessi e tutte le risorse dei territori devono essere sacrificate sull’altare della spesa militare, lo vediamo non solo in Val di Susa ma su tutte quelle zone obiettivo di progetti imposti dall’alto sulle comunità che vi abitano, da impianti energetici a infrastrutture militari, da discariche a cave, da depositi nucleari a inceneritori e chi più ne ha più ne metta. Da sempre la Valsusa si è schierata al fianco dei popoli oppressi tessendo un legame forte con le lotte oltre i confini del nostro Paese, la solidarietà con chi nei territori occupati e usurpati della Striscia di Gaza e della Cisgiordania resiste è continuamente da alimentare.
Per questi motivi accogliere un momento di confronto e dibattito che abbia l’obiettivo di una prospettiva comune di mobilitazione potrà essere un’occasione preziosa, a partire dalle lotte che nei territori si oppongono giorno dopo giorno ai soprusi di chi comanda.

GUERRA ALLA GUERRA
Un appello per la costruzione di un percorso contro la guerra, il riarmo e il genocidio in Palestina.
Facciamo appello a tutti e tutte coloro che sentono la necessità di sviluppare un percorso largo e partecipato contro la guerra, contro il riarmo dell’Europa e il genocidio in Palestina. A tutt coloro che già si mobilitano in tal senso e vogliono condividere i loro percorsi, a tutt coloro che vogliono mettersi in dialogo e che vogliono convergere per curvare un destino che sembra ineluttabile.
La pace è finita da un bel pezzo, la guerra e la sua espansione non è più una possibilità ma uno scenario consolidato e con cui ci stiamo abituando a convivere. Conviviamo con migliaia di morti in tutto il mondo, con i saccheggi e i soprusi, con le occupazioni e gli espropri. I recenti avvenimenti e lerivolte scoppiate nelle principali città statunitensi contro le deportazioni dei migranti ci raccontano come la guerra sia uno stato diffuso e permanente e si dispiega su vari livelli di intensità. Come non pensare ai nostri decreti sicurezza e ai dl emergenza sulle periferie, alle zone speciali, ai siti di interesse nazionale.
Non stiamo assistendo a qualcosa da lontano. Siamo dentro la grande bestia, quella che decide della guerra, che la finanzia che la alimenta. Le industrie italiane di armi aumentano i loro profitti intensificando la produzione, grandi porzioni di territorio sono basi militari della Nato, i nostri porti sono scali logistici di guerra, le nostre università contribuiscono a creare un sapere utile alla guerra, il nostro governo appoggia Israele e sostiene la retorica civilizzatrice dell’Occidente. Lo fa Meloni quando dichiara alla Casa Bianca che l’obiettivo comune è quello di rendere di nuovo grande l’Occidente, lo fa Valditara quando cambia le linee guida della scuola in chiave suprematista, lo fa Giuli quando taglia le risorse pubbliche al cinema perché troppo di “sinistra”. La cosa peggiore che può succedere è abituarsi a convivere con la paura e il pericolo di un mondo in frantumi. Come se la nostra guerra l’avessimo già persa.
Vi invitiamo a costruire un percorso che abbia l’ambizione di interrogarsi sul proprio agire, su quali sono le corde tese che non siamo stati ancora in grado di toccare, su come è possibile mettersi al servizio di una sfida che faccia breccia sulle persone che sentono il pericolo di quello che sta avvenendo e, quindi, che sia in grado di curvare le decisioni politiche del governo Meloni a partire dal sostegno di Israele.
Vi invitiamo a partecipare ad un processo non già dato ma che possa porsi delle domande su come nasce e cresce un movimento in Italia e in Europa contro la guerra interna ed esterna. Come si muove insieme una guerra contro la guerra, per invertire la rotta di un mondo che vede sempre più paesi arruolarsi nelle fila del pensiero di destra e conservatore in tutto il mondo. L’altra faccia del militarismo progressista di matrice liberal che ha preparato il terreno nei decenni precedenti e che oggi non tenta nemmeno più di mascherare di ipocrisia il suo bellicismo.
Vi invitiamo a proporre strumenti di condivisione, a condividere pratiche contro la guerra: boicottaggi, scioperi, mobilitazioni di piazza, sabotaggi, dibattiti nelle università e nelle scuole dando voce a chi voce non ha o non può più avere.
Vi invitiamo a puntare alla pratica dell’obiettivo comune come unica prospettiva, tutta da conquistare collettivamente per aprire spazi di possibilità che superino i confini delle forme organizzate.
Vi invitiamo ovunque siate a raggiungerci in Val Susa, a Venaus durante il Festival Alta Felicità il 27 luglio alle ore 12:30, per condividere riflessioni e prospettive, ritornare nelle nostre città e moltiplicare gli appuntamenti, guardare insieme a un momento di mobilitazione nazionale in autunno che sia il primo di tanti a venire, confidando nella capacità di cogliere con flessibilità le occasioni che si potranno aprire nell’accelerazione degli eventi. Siamo sicuri che faremo del nostro meglio per resistere e trovare il modo di curvare la linea della storia.
Contro la guerra. Abbiamo amici dappertutto!
per condividere l’appello: bit.ly/guerraallaguerra



