post — 3 Luglio 2025 at 13:57

Bardonecchia, non chiamiamolo (di nuovo) evento straordinario!

Lunedì 30 giugno, la sera sta per arrivare e in Valle di Susa si muore. Piove forte, sempre più forte. A Bardonecchia un torrente esplode, esonda. Non sono ancora le 19 e i notiziari annunciano: “ritrovato un corpo senza vita nel Rio Frejus”.

Potrebbe sembrare una delle tante tragedie che stanno diventando cinica cronaca nei media a ogni perturbazione.
Ma in Valsusa, così come in moltissimi territori sacrificati al cemento e al consumo di suolo, non è ineluttabile cambiamento bensì disastro annunciato. Non si contano le zone in cui non si sarebbe dovuto costruire e cementificare. E ora, complice la crisi climatica causata da un sistema di sviluppo che pretende troppo dal Pianeta che lo ospita, la natura inizia a presentare il conto.
A due anni dall’alluvione che aveva già colpito pesantemente il paese di Bardonecchia, è ridicolo pensare di archiviare questo ennesimo disastro come un “evento straordinario” trattato in quanto tale con soluzioni palliative che parlano a vanvera di prevenzione e manutenzione senza poi essere tradotte in azioni concrete di messa in sicurezza del territorio. I terribili fatti di Bardonecchia, il terrificante incendio del 2017 a Mompantero e Bussoleno, le mille occasioni in cui “c’è mancato un soffio”, urlano. Gridano vergogna anche e soprattutto agli squalidi signori del Tav e ai loro inservienti politici di turno.

Di fronte a ciò che è accaduto, lor signori, noncuranti della criticità della situazione, hanno ben pensato di continuare a portare avanti la loro opera di convincimento della bontà e utilità della grande opera. E così, martedì 1° luglio, presso il “Castello di Adelaide” a Susa, è andata in scena la programmata passerella propagandistica di Telt e dell’amministrazione segusina.
Nient’altro che un deludente teatrino per giustificare, ai cittadini e alle cittadine a cui è stato permesso l’accesso all’incontro, l’ennesima devastazione e cementificazione di una parte della Valsusa.

Da 30 anni in questa Valle si stanno sprecando enormi quantità di denaro pubblico per la costruzione della linea ad alta velocità Torino-Lione. Risorse economiche colossali che, è ormai chiaro, vengono sistematicamente sottratte a interventi per i territori. In primo luogo alla prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico, un’urgenza ineludibile per il martellante reiterarsi di eventi un tempo definiti eccezionali. Il caso di Bardonecchia è tristemente emblematico: nell’ agosto 2023 quando una fragorosa colata di fango e detriti aveva devastato il centro della città, il non detto era “è stata una fortuita causalità che non ci siano state vittime”. Oggi il prezzo è stato quello più alto.