Il 21 ottobre è stata chiamata una data nazionale per dare un segnale importante contro tutte le guerre, la militarizzazione dei territori e la loro devastazione causata da opere inutili e dannose e contro una gestione delle risorse atta soltanto alla produzione di profitto, in completa antitesi a una direzione ecologica e sostenibile per l’umano e la natura.
Come movimento no tav abbiamo attraversato alcuni momenti in preparazione a questa mobilitazione e abbiamo avuto l’occasione di confrontarci su questo tema durante l’estate di lotta. Dagli incontri e il confronto sulle questioni legate all’industria bellica o alle lobby del cemento, alle passeggiate intorno ai cantieri della devastazione, sono stati tutti momenti per stringere relazioni tra le diverse lotte che innervano la nostra penisola. Abbiamo camminato al fianco della rinata lotta contro un’opera inutile come il ponte sullo stretto, prendendoci per mano con chi ha il coraggio di dire NO, come il 2 giugno scorso durante la manifestazione contro il progetto di costruzione di una nuova base militare sul territorio pisano.
Tutti i nostri NO hanno da sempre assunto un valore dalle molteplici sfaccettature in quanto le lotte contro grandi opere inutili, per la tutela dei luoghi in cui viviamo e a difesa della possibilità di costruire un futuro più sostenibile per tutti, rappresentano la possibilità stessa di incidere sul presente sempre più fosco in cui viviamo. In questi ultimi anni abbiamo attraversato fasi difficili, dalla pandemia ai venti di guerra, che hanno fatto sì che misurassimo in nostri movimenti con delle trasformazioni repentine e che si ragionasse su come continuare a lottare anche in dei momenti in cui gli spazi di libertà e agibilità si restringono. La dura repressione atta a screditare il movimento no tav attraverso l’accusa di associazione a delinquere è uno degli esempi di quanto possa incarnare un ostacolo alle priorità dei governi di ogni colore la tenacia di un movimento popolare, perché indica la possibilità concreta di poter cambiare la direzione di scelte prese sulle nostre teste.
In questo momento allora diventa ancora più necessario dare sostegno, rafforzare e tessere legami con tutte quelle lotte che danno linfa vitale ai territori in cui crescono e si attivano. Questo 21 ottobre sarà importante tornare su tutti quei luoghi designati per diventare una base militare alla quale la popolazione si oppone e su tutti quelli già devastati dalla pressante militarizzazione e dalla devastazione ambientale, per dare insieme voce e gambe al nostro NO a un modello di futuro mortifero, guerrafondaio e distruttivo per le nostre vite.