News — 17 Febbraio 2011 at 17:25

PLANO SCEGLIE IL NO TAV

Sandro Plano, presidente della comunità montana bassa val di Susa e val Sangone, si è dimesso dal suo incarico di dirigente Sitaf (società pubblica che gestisce l’autostrada A32 che collega Torino, attraverso la val di Susa, alla Francia. Detta così sembrerebbe una normale scelta aziendale o personale ma dietro c’è molto di più e i titoli e l’interesse dei quotidiani nazionali spiegano meglio. Cerchiamo di capire quindi la situazione.

i fatti

Ieri mercoledì 16 febbraio dopo esplicite pressioni della direzione aziendale Plano si dimette. In sostanza amministratore delegato e presidente dell’azienda impongono a Plano una scelta, o l’incarico di direttore di esercizio dell’A32 o l’incarico come presidente di comunità montana con le relative posizioni di netta contrarietà sue e della sua maggioranza alla tav. In parole povere o con noi o con il movimento no tav. Immediatamente Plano risponde alla direzione di preparare la lettera di dimissioni e lascia l’incarico in azienda.

gli attori della partita

SITAF Società parastatale a maggioranza pubblica che gestisce l’autostrada A32 Torino Bardonecchia.

SANDRO PLANO Vicesindaco di Venaus, presidente della comunità montana della valle di Susa, da sempre parte e voce istituzionale nelle mobilitazioni no tav, tesserato PD e colpevole secondo i probi viri di avere stretto un patto con gli amministratori delle liste civiche vicine al movimento no tav. Direttore di esercizio fino a ieri della Siatf.Incensurato (e non a caso sottolineiamo questo dato)

GIUSEPPE CERUTTI e GIANNI LUCIANI Rispettivamente presidente e amministratore delegato della Sitaf. Autori delle pressioni su Plano. Entrambi appena condannati a un anno in primo grado per l’affidamento dei lavori della variante di Avigliana all’agenzia Torino 2006

SALVATORE GALLO Presidente di Sitalfa, controllata Sitaf, vero regista della”operazione Plano”. Area PD vicina ai corrotti gruppi di costruttori valsusini e vera mano oscura di molte trame. Garante di voti per il suo partito, pluripregiudicato, tra le sue perle si ricorda la condanna a un anno e quattro mesi per lo scandalo dell’ospedale S.Luigi (Fu accusato di tentata concussione, abuso in atti d’ufficio, interesse privato)

una breve analisi

Un presidente di comunità montana evidentemente scomodo per aver scelto di fare politica nella sua valle e soprattutto per la sua valle. Un panorama istituzionale corrotto, attore oscuro dell’economia di questo paese, a cui i non corrotti non vanno bene e sono visti come ostacolo. Una pressione, quella a Plano che voleva provare a rompere la sua giunta colpevole di essere no tav e quindi di opporsi all’opera. Un presidente che però non cede e rinuncia alla poltrona in azienda per difendere la sua valle. Un caso politico pesante come un macigno, la libertà di opinione e di fare politica per un lavoratore, e ancor peggio in una società pubblica che dovrebbe essere garante e esempio di diritto. Società pubblica, gestita con i soldi di tutti, gestita però dalla punta di diamante dello schifo che si potesse reperire in Piemonte. Una levata di scudi di una valle intera e sottolineiamo intera, a difendere un uomo della valle e la sua scelta di libertà con la L maiuscola.