News — 15 Febbraio 2011 at 10:43

FORME DI AUTOGOVERNO PARTENDO DAL BASSO

Venezia, 11 e 12 febbraio 2011, processi di pace e risoluzione dei conflitti, questo il titolo di una due giorni di confronto tra i popoli e i loro processi di autodeterminazione. Processi che automaticamente diventano conflitti e quindi motore di cambiamento. Baschi, curdi e irlandesi si sono alternati al tavolo della conferenza per portare le loro esperienze e i loro progetti. Molto interessante è stato il passaggio del sabato 12 mattina, dedicato alle municipalità. Sia baschi che curdi infatti, ove loro è possibile hanno provato a spingere i loro progetti indipendentisti dal basso governando i comuni. Esperienze distanti ma molto vicine tra di loro, l’autogoverno partecipativo dei comuni per provare da un lato a dare slancio e forza alla lotta e dall’altro a dimostrare e provare a mettere in pratica con tutti i limiti imposti dai governi centrali ostili il programma politico indipendentista. Qui l’aggancio con la val di Susa, dove con lo slancio del movimento no tav la partecipazione attiva della popolazione è aumentata e anche la voglia di autogovernarsi. L’aumentare di comuni nettamente ostili all’alta velocità e su posizioni vicine a quelle del movimento, con programmi basati sulla partecipazione attiva è risultata molto simile alle esperienze che abbiamo potuto ascoltare a Venezia. Marian Beitialarrangoitia, sindaca di Hernani, paesi baschi, comune di 19500 abitanti con tre esempi ha provato a spiegare la sua esperienza. Raccolta differenziata con ottimi risultati dove le lobby locali vorrebbero gli inceneritori, referendum per decidere il programma di investimenti economici ad indirizzo sociale, gestione del bilancio affidato ai comitati di quartiere che decidono come e dove è meglio investire nel loro territorio. Riuscire insomma a proiettare un progetto politico nazionale indipendentista nei territori, proprio partendo dal concetto di lotta popolare e partecipazione diretta. Interessante poi l’esperimento di Udalbiza, rete di 1800 rappresentanti comunali (consiglieri e sindaci) nata nel 2002. Progetto creato per mettere in rete le sei province basche, volutamente tenute separate dallo stato centrale spagnolo. Con il teorema del giudice Garçon per cui tutto ciò che è indipendentista è Eta e quindi illegale viene illegalizzata e messa al bando nel 2003 per vedere poi un’assoluzione piena nel 2010. A seguire l’intervento curdo, di Sedat Tore, sindaco di Semdinli (Kurdistan turco) paese di 11000 abitanti circa, con 10000 militari turchi che lo circondano in maniera permanente, 5000 all’interno del territorio comunale e tutti gli ufficiali dell’esercito occupante aventi diritto di voto alle comunali. Nonostante le condizioni sfavorevoli, la partecipazione popolare e la determinazione permettono al movimento indipendentista di autogovernarsi. Anche qui, nonostante la povertà di risorse programmi politici di partecipazione permettono a tutti di gestire la macchina comunale, aperta, discutibile e soprattutto esempio che si contrappone alla corruzzione, delega e centralità del sistema turco. Qualcosa di grande accomuna queste realtà, la spinta popolare. Paesi che vivono in stato di conflitto permanente dove da un lato c’è uno stato centrale forte e corrotto tipico di un pò tutte le “democrazie” occidentali e dall’altro popolazioni che hanno scelto la strada della lotta per cambiare lo stato delle cose. Queste fome di autogoverno delle municipalità in questo senso devono essere viste, per prima cosa dimostrano e mettono in pratica nella realtà una prospettiva più ampia e pensata per un popolo intero, come seconda servono da polmone per i movimenti e le lotte, creano situazioni di vita migliori, in cui tutti sono protagonisti e tutti crescono nella maturità politica e sociale.