post — 2 Luglio 2014 at 14:48

Un esposto alla Corte dei Conti e alle Procure per fermare il Terzo Valico

raccomandateespostoda notavterzovalico (1 luglio)- Questa mattina il biologo Dott. Tardiani e l’Ing. De Milato hanno tenuto presso la sede del Comitato No Tav – Terzo Valico di Novi Ligure una conferenza stampa per illustrare l’esposto presentato da una dozzina di cittadini della Valle Scrivia. Trattasi di ingegneri, architetti, biologi, geologi, dottori in economia e commercio, medici e docenti universitari.

Oggetto dell’esposto per temuto danno erariale ed eventuali profili di rilevanza penale è la realizzazione per lotti costruttivi non funzionali della Tratta A.V./A.C. Terzo Valico dei Giovi e la mancata valutazione dei costi dovuti alla presenza di amianto, con conseguente valore dell’opera maggiore di quello stimato e superamento del limite che ne consente l’autorizzazione alla realizzazione per lotti costruttivi non funzionali.

Destinatari delle 7 raccomandate spedite Giovedì 26 giugno 2014 e ricevute in questi giorni sono:

  • Procure Regionali della Corte dei Conti di Piemonte, Liguria e Lazio
  • Procura della Repubblica di Alessandria e Genova
  • Sostituto Procuratore della Repubblica di Torino, Dott. Guariniello
  • Ministero della Giustizia

L’esposto è il risultato di più di un anno di studi su normativa, delibere, progetti, analisi, testimonianze storiche della presenza di amianto, dichiarazioni ufficiali e non effettuate da vari Enti e persone coinvolte a vario titolo nel progetto Terzo Valico.

La coincidenza temporale che ha visto nelle scorse settimane esplodere casi come Expo e Mose, nonché i recenti avvenimenti al cantiere di Voltaggio dove la ditta Lauro è stata bloccata per il venir meno della certificazione antimafia, non può che far ribadire ancora una volta la necessità che il Terzo Valico debba essere bloccato definitivamente ed immediatamente.

Questa esigenza di bloccare l’opera è oggi ancora più forte alla luce delle argomentazioni contenute nell’esposto, che evidenziano una scarsa trasparenza persino nei rapporti tra le Amministrazioni e la Corte dei Conti e una preoccupante tendenza delle Amministrazioni e degli Enti a sottovalutare il problema amianto non solo sotto il punto di vista dei danni alla salute e all’ambiente, ma persino dei costi. Infatti nonostante nel 2010 la presenza di amianto fosse già nota non venne presa in considerazione al fine della valutazione complessiva dei costi, in modo da poter concedere un’autorizzazione a procedere per lotti costruttivi non funzionali e dare così il via a tutto il meccanismo di appalti e subappalti, senza avere alcuna garanzia sulla spesa finale e sulla reale fattibilità dell’opera.

A fronte di un costo dichiarato di 6.200 milioni di euro, altri 189 milioni di euro (facilmente raggiungibili e superabili con i problemi che l’amianto porta con sé) avrebbero impedito l’autorizzazione a procedere per lotti costruttivi non funzionali, in base a quanto previsto dalla normativa stessa (Legge Finanziaria 2010).