post — 23 Luglio 2014 at 09:47

Stop alla criminalizzazione dei movimenti sociali ! Il sindacato della magistratura francese prende aperta posizione

DSC_9210da Presidio Europa – Con un Comunicato Stampa il Sindacato della Magistratura ha preso l’11 luglio scorso aperta posizione contro la repressione costante delle proteste, a Notre-Dame-des-Landes come altrove. (*)

Falciatori di piante OGM, militanti anti pubblicità, studenti anti-CPE (Contratto Primo Impiego, N.d.T.), “Contis” di ieri (operai in lotta della fabbrica Pneumatici Continental, N.d.T.), sindacalisti di Roanne, attivisti della Confederazione dei contadini in lotta contro la fattoria delle 1.000 mucche, contadini e attivisti della ZAD (Zona da difendere, N.d.T.) che resistono contro la costruzione dell’aeroporto di Notre-Dame-des-Landes: davvero una triste continuità, la repressione dei movimenti sociali !

Cosa hanno in comune questi uomini e queste donne? Sono tutti attori coinvolti, in nome dell’interesse pubblico, affinché siano create le condizioni per un dibattito pubblico, sono avanguardie nella lotta contro la distruzione dell’ambiente, la diffusione degli OGM o contro scelte politiche dettate dagli industriali alla ricerca illimitata di profitto che calpestano i diritti dei lavoratori, degli agricoltori e dei residenti.

E, soprattutto, oggi come ieri, le azioni collettive, fatte di rabbia spontanea e ispirate per qualcuno dalla situazione di disastro economico, per altri da dimostrazioni tanto pacifiche quanto simboliche, garantiscono alle cittadine e ai cittadini in lotta un trattamento penale al di fuori delle norme, sottomettendoli a richieste di salati indennizzi poi convalidate da dure condanne.

Mentre per la lotta contro la criminalità economica e finanziaria mancano i mezzi alla giustizia e alla polizia, vi è una mobilitazione poliziesca senza precedenti e, troppo spesso, un trattamento giudiziario in tempo reale: fermo di polizia, test del DNA, comparsa immediata davanti al giudice. Questa è una giustizia troppo diligente e generatrice di reclusione.

L’arsenale di sicurezza, rafforzato dal precedente Governo e tuttora in vigore due anni dopo il cambiamento, è diventato normale. La mobilitazione contro le lotte sociali è realizzata attraverso l’espansione incontrollata del test del DNA, in precedenza riservato ai crimini “sessuali”, e oggi adottato perfino per il più piccolo reato, e la cieca criminalizzazione del suo rifiuto, l’applicazione del reato di partecipazione ad una riunione collettiva armata, il ritorno – con maggiori sanzioni – della legge anti-devastatori, le procedure di emergenza disastrose per i diritti della difesa ma così efficaci per colpire in modo “esemplare”.

Altrettanti strumenti di sicurezza che dimostrano come l’attuale Governo, che ha già sepolto il progetto di legge di amnistia sociale, sia poco attivo o senza fretta di abrogarli.

Ricorrere alla criminalizzazione delle lotte – spesso troppo selettiva – vuole dire rendere illegale ogni pensiero di contestazione e stigmatizzare un movimento sociale animato da sentinelle di allerta che esercitano la libertà di contestare l’ordine costituito. Questo significa rinunciare a dare una risposta politica.

Il Sindacato della Magistratura denuncia questa insistente criminalizzazione dei movimenti sociali e la normalizzazione dei mezzi con i quali viene applicata.

(*) http://www.syndicat-magistrature.org/Stop-a-la-penalisation-du.html