colpa dei notav, post — 24 Aprile 2019 at 23:10

Statale posto fisso? Non se sei NoTav

Venerdì 12 aprile, a mezzo raccomandata, l’amministrazione dell’università degli Studi di Torino nel suo ultimo giorno utile ha deciso di LICENZIARE Pier Paolo il lavoratore sospeso il 14 dicembre 2018 per una condanna in primo grado.

Tante le considerazioni che verrebbero da fare ma una ci sembra importante evidenziarne la principale: il carattere profondamente politico di una tale decisione

Tutte le parti in causa, università in primis, continuano infatti a nascondersi sotto le coperte del contratto collettivo nazionale, nascondendone l’aspetto politico, sostenendo che il loro fosse un atto dovuto, ma le coperte sono strette e le contraddizioni emergono.

Lo stesso Rettore, non rispondendo alla raccolta firme dei colleghi e amici a lui indirizzata e sottraendosi ai giornalisti che lo cercavano per un parere al momento della sospensione, ha continuato a sostenere che l’atteggiamento dell’università nei confronti de lavoratore fosse un atto dovuto ed imposto dal CCNL.

Ma ripercorriamo dall’inizio la vicenda per scostare questa foglia di fico.

Nel settembre 2015 Pier Paolo viene sospeso, benché in periodo di ferie,  per i tre giorni lavorativi passati in carcere dall’allora direttore delle risorse umane e subito reintegrato.

L’università ha da allora seguito con scrupolosa attenzione  l’evolversi della vicenda: con continue corrispondenze email direttamente con la terza sezione penale del tribunale, atto di certo legale, ma NON dovuto.

Si nota inoltre, da mail che maldestramente l’amministrazione ha cercato di nascondere all’interessato al momento dell’accesso agli atti, l’incredibile tempismo con cui proprio a ridosso della data della prima udienza nel 2017,  l’amministrazione universitaria abbia chiesto nuovamente informazioni al tribunale richiedendo anche il casellario giudiziario del dipendente.

Nell’aprile 2018 viene rinnovato il CCNL (dopo 9 anni circa che era scaduto) ed a giugno arriva la pesante condanna di primo grado di tre anni e sei mesi per tutte/i gli e le imputate.

Ricevuta notizia della stessa l’Università aveva 60 giorni per prendere una decisione ed il 59 giorno (14 dicembre 2018) arriva la sospensione, fissando l’udienza del dipendente per il successivo 23 gennaio.

Da questo momento l’Università dà il peggio di se prima disattivando l’account al dipendente (se anche questo era una atto dovuto perché non era stato mai fatto con nessun altro dipendete sospeso in precedenza?) poi cercando di omettere degli atti presenti nel suo fascicolo personale quindi chiudendosi a riccio nelle proprie gerarchie nei confronti di chi tra colleghi, direttori di dipartimento, docenti e studenti chiedeva loro spiegazioni continuando a ripetere la fatidica frase dell’atto dovuto.

La difesa portava forti argomentazioni durante l’incontro tenutosi già spiegate in un precedente articolo su questo sito, ma il 12 aprile (ultimo giorno utile anche in questo caso dei 120 previsti) con raccomandata il lavoratore viene licenziato senza preavviso.

Le motivazioni portate sono frutto di un interpretazione che l’università ha demandato al dipartimento di giurisprudenza il cui direttore ha demandato a due suoi docenti, con quale criterio scelti non è dato sapere.

Qui si sostiene che un reato ne preveda un altro come logica conseguenza e che quindi il licenziamento è necessario.

Questa non è forse un’interpretazione? Come si fa a non vedere il carattere discrezionale e quindi immediatamente una precisa scelta di campo da parte dell’amministrazione universitaria? Come si può sostenere che una scelta dettata da un’interpretazione per loro stessa ammissione non univoca sia una atto dovuto?

L’Università ha deciso da che parte stare, come già aveva fatto il Rettore durante l’inaugurazione dell’anno accademico davanti al Presidente della Repubblica, noi la nostra parte la conosciamo da tempo.

Ci pare evidente che tanta attenzione si sia data per il carattere politico della vicenda No Tav e che questo in fondo sia il motivo per cui Pier Paolo è stato licenziato.

Invitiamo tutti e tutte a dare supporto a partire da un primo appuntamento pubblico lanciato dalla pagina facebook nata per sostenere Pier Paolo, lunedì 29 aprile  alle ore 12:00 in via Po 17 presso il rettorato dell’Università di Torino.