post — 8 Aprile 2015 at 12:30

Diaz, fu tortura al G8 nel 2001: ricordate come Caselli liquidò la violenza sui no tav nel 2011?

Schermata 2015-04-08 alle 12.29.28<<Fatti di eventuali ehh…momenti di scorrettezze da parte delle forze di polizia>>.

Vi indignate per le violenze barbare della polizia sui manifestanti di Diaz e Bolzaneto? Vi vergognate perché il paese in cui vivete non ha istituzionalizzato il reato di tortura e c’è bisogno di un tribunale europeo per ricordarlo? Non riuscite a capacitarvi di come sia possibile, anche di fronte a casi eclatanti, che il risultato sia sempre favorevole all’agente di polizia, che alla fine o non viene identificato oppure se anche è condannato, avanza in carriera?

Bene.

Se siete sensibili a questo argomento, non prendete scorciatoie facili e rassicuranti: non è solo “il parlamento” che frena, non è una semplice questione di  partiti politici che vogliono un forte controllo sulla popolazione e quindi la sostanziale impunità degli agenti che delinquono pestando.  Quando si ha a che fare con reati commessi dalle ff.oo. in manifestazioni di protesta, troverete persone pronte a tracciare dei distinguo, e a contribuire allo smorzamento dei toni, anche dove meno ve lo aspettereste.

A Torino li trovate negli uffici della Procura, basta chiedere del ‘pool no tav’.

Non ci credete?

Rileggetevi questo pezzo di tre anni fa

https://www.notav.info/post/le-dichiarazioni-shock-del-procuratore-caselli-a-la7-un-due-tre-stella-26-aprile-2012/

a proposito della famosa Operazione Hunter, quando denunciammo che Sua Legalità, l’allora procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, descrisse le bastonate ed i calci agli arrestati no tav del 3.7.2011 come “eventuali scorrettezze”. Inaudito.

Chiariamo: una storia, quella dei cinque arrestati, senza dubbio meno grave per intensità numerica rispetto a Diaz e a Bolzaneto. Ma non per questo non importante per il segnale di incivilità che lanciò: cinque persone arrestate, in totale controllo delle ff.oo., alcune trascinate per terra, accerchiate da decine di carabinieri e poliziotti che tirano calci, reparti speciali dei carabinieri che bastonano uno dei cinque mentre è a terra nella polvere, tantissimi altri che assistono al gioco, lacerazioni, fratture così gravi da richiedere poi l’elitrasporto in ospedale per un altro del gruppo dei fermati.

Ogni cosa rigorosamente filmata e fotografata (tranne ovviamente il male interiore, l’umiliazione, la paura sofferta).

 

E il capo dei magistrati di Torino, Giancarlo Caselli, noto personaggio pubblico, che in televisione, ad indagini in corso della sua procura, davanti a milioni di spettatori, se ne esce con un chiaro distinguo: <<Fatti di eventuali ehh…momenti di scorrettezze da parte delle forze di polizia>>.

Un’inaudita minimizzazione davanti ad una platea di tantissimi italiani, di quelli che un qualsiasi neolaureato in giurisprudenza avrebbe invece definito come delitti contro la persona e anche particolarmente odiosi.

Non ci risulta che nessuno abbia mai punito Sua Legalità per quelle frasi.

Mentre è un fatto che nei mesi e anni successivi il pool no tav, da lui creato, abbia tradotto in realtà giudiziaria quell’atteggiamento minimalista e perdonista: ad oggi, aprile 2015, di tutta la vicenda Operazione Hunter, delle decine di agenti che tirano calci, delle decine di altri che fanno da spettatori senza intervenire e senza poi denunciare, esiste un solo processo penale per un solo imputato – il bravo carabiniere ‘hunter’, tatuato, che tira una bastonata – per una sola delle cinque vittime dei pestaggi.

Tutto il resto o non indagato, o archiviato su richiesta del “pool”.

E allo stesso modo, implacabili, i PM di questo “pool” hanno sistematicamente minimizzato tutte le altre ipotesi di reati commessi delle ff.oo. nelle manifestazioni no tav degli ultimi 5 anni. Basta pensare alle decine di spari diretti di lacrimogeni verso i no tav con lanciagranate,  per i quali nonostante prove schiaccianti visionate in aula dai magistrati – video della polizia prodotti in giudizio con audio degli agenti del tipo “miro per fargli male”-, e richieste pressanti degli avvocati difensori, niente è mai scaturito.

Il problema è sistematico, quindi. Ed è anche un problema piuttosto difficile da risolvere: ad esempio, come si potrà mai sradicare il fenomeno dei reati delle ff.oo. su manifestanti no tav se si lasceranno le indagini in mano agli stessi PM (5 fissi) e polizia giudiziaria (Digos) che da anni lavorano incessantemente a raccogliere ogni genere di prova ad imbastire processi su processi…contro i medesimi manifestanti?

Pedrino Quagliotta

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