movimento — 29 Luglio 2008 at 14:10

Una timida pioggia non spegne le 5000 fiaccole!

5.000 a Sant’Antonino di Susa contro accordo di Pra-Catinat e Fare. I sindaci incontrano oggi il governo.

(29/7/2008) Erano in pochi a scommetterci, dopo settimane di assemblee a ritmo continuo e alla soglia delle vacanze estive. Invece, ancora una volta, il movimento No Tav spiazza tutti e riconferma, a sorpresa,  forza carsica e compatteza nei momenti che contano.

Erano in 5.000 ieri sera (qualcuno diceva “anche di più”) nonostante le cifre di Questura (e Luna Nuova !?!) che hanno il coraggio di circoscrivere la riuscita dell’appuntamento a sole 1.500 persone. Ma chi c’era sa che erano ben altri i numeri!
5.000 a ribadire la ferma opposizione del movimento a qualunque nuovo progetto infrastrutturale di trasporto in una valle già violentemente impattata da 2 statali, un’autostrada e una linea ferroviaria.

C’erano tutti, anche tanti e tante che non si vedevano da un po’; fortissima la partecipazione degli abitanti di Sant’Antonino,  comune amministrato dal presidente della Comunità Montana Ferrentino che annunciava ieri a mezzo stampa l’indizione di un referendum in valle… con il consenso di chi, verrebbe da chiedersi …?
Anche per questo erano intanti del suo stesso comune a manifestare contro svendite e accordini di un percorso lungo e dignitoso qual è quello del No Tav.

La fiaccolta, invero molto gioiosa e cantata, ha circumnavigato l’abitato di Sant’Antonino tornando dopo quesi 3 ore di camminata alla piazza di partenza.  In apertura la banda di movimento non ha smesso un attimo d’intonare i pezzi forti del suo repertorio, dal minimale No Tav al’inno Sarà Düra al al superclassico e sempreverde Bella Ciao.
Ancora una volta è il caso di dire: … A Sarà Düra… per loro!

Ferrentino & c. oggi ricevuti a corte

I ministri riuniti nel tavolo politico di Palazzo Chigi incontreranno oggi a Roma gli amministratori locali della val Susa: all´ordine del giorno – riportano i giornali – “ le successive tappe del lavoro di concertazione tra governo centrale e amministrazioni periferiche”.

I sindaci valsusini dovrebbero presentarsi con un documento che ripropone le quattro tappe del «Fare» chiedendo che i finanziamenti europei siano estesi all´intera tratta italiana (e non solo alla galleria internazionale) per poter cominciare a utilizzarli partendo dall´ammodernamento del nodo ferroviario di Torino.

Più chiaro di così…