documenti — 21 Febbraio 2012 at 17:25

Report della serata di Vaie del Grande Cortile 2012 con Livio Pepino, Etinomia e Claudio Cancelli

BISOGNA ESSERCI!
“Grande Cortile 2012” – La serata di Vaie
di Gigi Richetto – I comitati no tav di Vaie e Sant’Antonino hanno organizzato venerdì 17 febbraio un importante appuntamento di riflessione, in una palestra come sempre gremita, per lanciare la marcia del 25.
In apertura hanno suonato e cantato, con la collaudata bravura e passione, i “Polveriera Nobel”, che da sempre fanno da colonna sonora alle nostre manifestazioni. Ha svolto il ruolo di moderatore Aurelio Amprino, che ha saputo introdurre e cucire con perizia i vari momenti delle relazioni e del dibattito…
Il titolo “Bisogna esserci!” ha naturalmente predisposto alla presenza numerosi cittadini, anche in divisa, che hanno avuto modo di ascoltare con interesse tre brillanti interventi.
Innanzitutto il sindaco LIONELLO GIOBERTO ha posto sul tappeto alcune questioni ineludibili: 1) Comuni, Comunità Montana e Cittadini continuano ad essere contrari alla “grande” opera inutile; 2) risulta incomprensibile ed offensivo per la comunità valsusina l’arresto di cittadini e amministratori che alla luce del sole hanno solo difeso, come tutte le migliaia di manifestanti, la loro Valle;
3) rispetto al 2005 la situazione è forse più complicata dall’accorpamento di 43 comuni in una unica comunità montana, metà dei quali non coinvolti direttamente dai danni della eventuale cantierizzazione; però i nostri argomenti di contrarietà non sono stati smontati in alcun modo, anche se tentano di scavalcarci ricorrendo alla forza e alla menzogna.
Ultima perla, a conferma della malafede dei nostri avversari, è stato il rifiuto, da parte di Regione, Provincia e Comune di Torino, di incontrare i parlamentari europei venuti a verificare personalmente il non cantiere e la militarizzazione dell’area chiomontina. Da queste considerazioni il sindaco ha ricavato l’invito appassionato ad ESSERCI!
CLAUDIO CANCELLI è quindi entrato nel merito dell’analisi economica e della possibile risposta alla crisi. Non è sufficiente una politica monetaria che tenti il riequilibrio dei conti puntando al controllo dei flussi di valore agendo sui tassi di interesse. Occorre, proprio partendo dalla lettura della crisi del 2008, originata dai mutui facili americani, fermarsi sui fattori fisici del quadro economico, sui beni e sulle risorse del territorio. Bisogna comprendere che il mercato non è un posto dove si scambiano spontaneamente domanda ed offerta, ma piuttosto un processo drogato, dove ad es. le banche, operando nel tessuto finanziario incontrollabile,  nascondono i loro crediti a rischio alimentando nuovo rischio, preparando pacchetti rivenduti ad altri. Questa specie di “catena di Sant’Antonio” non regge più, perché non c’è possibilità di previsioni del futuro economico: siamo al limite fisico del sistema. A conferma che “la festa è finita” bastava ricordarsi quanto detto dai ricercatori della Università di Stanford già negli anni settanta: abbiamo già raggiunto il massimo nella scoperta dei giacimenti di petrolio ed entro il 2020 sarà così anche per industria e agricoltura.
Lo sviluppo senza limiti dei paesi industrializzati è ormai incompatibile con i territori e lo stesso sta accadendo rapidamente per i paesi emergenti che stanno bruciando le tappe della rincorsa globale (Cina, India, Brasile)…A fronte della certezza che i beni materiali non cresceranno più, la conclusione non può essere che questa: bisogna risparmiare sulle risorse essenziali, su energia, terra, sorgenti. Bisogna fermare i processi di degrado e involuzione consumistica, le tendenze invasive, culturalmente ed economicamente, di “americanizzazione della società”, che portano all’imbarbarimento e alla guerra nei rapporti tra uomini e stati. Lo scontro con la follia del modello Tav è tutto qui: bisogna affermare con determinazione la saggezza e la prudenza, difendere i territori, i beni comuni, di cui oggi la nostra Valle è tanta parte con il suo esempio di dignità. Bisogna inventare opportunità di investimento compatibili e lungimiranti, sul territorio, come fa la Cooperativa Dalla Terra Nativa di Venaus e come propone l’associazione degli imprenditori no tav ETINOMIA, nata nei giorni della “Libera Repubblica della Maddalena”. Bisogna costruire progetti di autoorganizzazione delle fasce deboli, disoccupati e precari, che rischiano una marginalità costante di vita, il non ingresso o la definitiva espulsione dal mondo del lavoro…

LIVIO PEPINO, già presidente di “Magistratura Democratica”, membro del “Consiglio Superiore della Magistratura” e sostituto procuratore generale a Torino, ha affrontato poi, con ricchezza di scienza giuridica e competenza storico-sociologica, l’incandescente tema “Conflitto sociale, ordine pubblico e intervento giudiziario”. Nei momenti di crisi economico-sociale il diritto assume spesso una curvatura che tende a proteggere i poteri forti, contrastati dalla protesta sociale; non è perciò una “forzatura soggettiva” quella che porta all’adozione di misure repressive ingiustificate e a una dilatazione a dismisura delle ipotesi di “concorso”, a una totale decontestualizzazione degli episodi contestati. Un segnale inquietante di questo scivolamento giurisdizionale, che compromette lo stato di diritto, era già iniziato con il 2001 a Genova. Da almeno dieci anni assistiamo ad un progressivo irrigidimento del quadro giuridico, che si preoccupa della prioritaria tutela dell’ordine pubblico, segnalando una continua violenza delle manifestazioni di dissenso, cosa che non ha riscontro complessivamente nelle dinamiche sociali paragonate ad episodi storici precedenti. Certamente la violenza non giova, e più di venti anni di manifestazioni, pacifiche e determinate del Movimento No Tav confermano quanto sia giusta la nostra causa, sia per i mezzi che per gli argomenti inoppugnabili messi in campo. Bisogna prestare attenzione a come si generano i primi segnali di attacco allo stato di diritto. La decisione di definire “area di interesse strategico nazionale” la zona della Maddalena, ha un precedente pericoloso nella stessa misura adottata nel 2008 per le discariche del Napoletano; e non meno pericolose sono le ordinanze adottate nel 2010 dal sindaco di Roma contro la libertà di manifestare, non a caso rigettate recentemente dal TAR del Lazio!
A partire da queste sollecitazioni si è aperto il dibattito e si sono ripresi i contributi dei relatori. Certo è che accanto alla critica di interventi giudiziari che affiancano oggettivamente i poteri forti nella repressione di una protesta sociale diffusa a tutto il territorio, non solo valsusino, vanno realizzati interventi politici che riconoscano le ragioni della protesta, che ascoltino la volontà popolare e le argomentazioni di quei 360 docenti universitari che hanno denunciato l’inutilità e pericolosità, ambientale ed economica, del TAV, che aspettano ancora di essere ascoltati dal presidente del consiglio…Saprà anche la magistratura indagare nella direzione giusta, contro la mafia delle “grandi” opere inutili, contro il gioco perverso degli affari intrecciati col sistema politico attuale? Saprà scoprire, a distanza di mesi e mesi, chi ha incendiato i presìdi No Tav di Bruzolo e Borgone, chi ha pestato a sangue pacifici dimostranti a Venaus e a Coldimosso, chi ha torturato giovani manifestanti fermati, chi ha sparato ad altezza d’uomo i lacrimogeni, chi ha devastato con le ruspe il sito archeologico della Maddalena? Saprà la magistratura, prima che si verifichi un’altra tragedia da amianto come a Casale, fermare in tempo la devastazione ambientale della nostra Valle e delle sue montagne, dove è comprovata da studi scientifici decennali la presenza diffusa di amianto e uranio?
Certo non basterà un corretto e determinato orientamento democratico della magistratura a salvaguardare la valle e l’Italia dallo scempio ambientale e dalla china dell’indebitamento pubblico che il modello tav incrementa. Per questo BISOGNA ESSERCI, IN PRIMA PERSONA, IL 25 FEBBRAIO, ALLA MARCIA POPOLARE DA BUSSOLENO A SUSA! (gigi richetto)