documenti, post — 23 Maggio 2017 at 13:11

Il Tav toglie lavoro: due calcoli sulle cifre sparate a caso da Telt

Il Road show di Telt si è conquistato i titoli e gli articoli dei giornali con facilità come purtroppo avviene solitamente.

Eppure se il sistema dell’informazione verificasse le informazioni e i numeri dati dai comunicati stampa inviati nella propria email, si scoprirebbe che più che informazioni ci troviamo quasi sempre ad avere a anche fare con propaganda!

 

Noi lo abbiamo fatto e al di là della retorica e della propaganda i numeri (veri!) sono impietosi: ogni singolo posto di lavoro che sarebbe creato dalla costruzione del Tav Torino Lione costerebbe alla collettività oltre un milione di euro, e sarebbe un posto di lavoro a termine, durerebbe i 10 anni della costruzione dell’opera.

Prendiamo in esame le ricadute occupazionali previste dai proponenti e il costo a carico delle casse pubbliche italiane. Nel progetto definitivo della sezione compresa tra Bussoleno e il confine di Stato troviamo la stima della forza lavoro:

  • nei primi due anni di anticipazione sono previsti circa 200 lavoratori
  • nell’ultimo anno e mezzo una cinquantina
  • negli otto anni e mezzo centrali di lavoro la media è di circa 900 lavoratori.

Consideriamo anche i posti di lavoro indiretti, i proponenti affermano che sono due per ogni posto diretto. Diciamo quindi 800 posti diretti più 1600 indiretti.

I costi a carico dell’Italia dell’intera sezione transfrontaliera li troviamo nella delibera Cipe 19 del 2015:

  • se l’Europa erogasse il massimo contributo possibile l’opera graverebbe sulle finanze italiane per 3 miliardi di euro
  • da questa cifra si sale fino a 5 miliardi se il contributo Europeo venisse cancellato o ridotto.

I conti sono presto fatti:

considerando il massimo contributo europeo, per ogni posto di lavoro diretto il contribuente italiano pagherebbe oltre 3 milioni di euro, 30 posti di lavoro costerebbero alle casse pubbliche 100 milioni di euro!

E…se consideriamo anche i posti di lavoro indiretti ogni singolo posto di lavoro creato dal Tav costerebbe un milione e 250.000 euro, di soldi pubblici.

Ciò significherebbe:

1 posto di lavoro = €1.250.000 (pagato con soldi pubblici)

8 posti di lavoro = €10.000.000 (pagato con soldi pubblici)

Se però l’Europa dovesse tagliare, come già accaduto in passato il suo contributo, si potrebbe arrivare all’incredibile rapporto di oltre due milioni di euro di investimento dalle casse pubbliche italiane per posto di lavoro creato lato Italia.

Quindi:

1 lavoratore = €2.000.000 (pagato con soldi pubblici)

Dato che questi non sono soldi di Virano o di Foietta ma soldi pubblici, soldi di tutti, non vengano a raccontarci la favola dei posti di lavoro.

Le ricadute occupazionali di una simile opera sono minime rispetto all’investimento.

La manutenzione delle opere esistenti, la cura del territorio: queste sono opere puntuali capaci di creare molto più posti di lavoro sicuri e duraturi, senza contare che a differenza della Torino-Lione sarebbero anche utili per tutti.

Come è evidente, a differenza di quanto dice Foietta, che taccia il movimento notav di appartenere al passato, e di essere capace solo ad odiare, siamo noi notav a pensare al futuro del Paese, con responsabilità e lungimiranza.